Calcolo Tari. Arriva la Tassa sui rifiuti. Informazioni utili

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La Tassa sui rifiuti 2014, in questo periodo, per molti comuni, soprattutto quelli di piccola entità, è ancora in via di definizione (calcolo TARI). Siamo in una delicatissima fase di transizione per molte amministrazioni comunali che, per piccoli paesi, non sono riuscite a districarsi dal cambiamento della politica monetaria e finanziaria. Si sta, da un po’ di tempo, pensando di riunificare le piccole entità in un solo “comune”, con grande protesta di tutto il personale ramificato che chiaramente verrà ri-assegnato in ruoli equivalenti nella pubblica amministrazione.

Lo scalpore è tanto che si hanno le mani legate anche per la provincia, sempre nell’occhio del mirino, nell’ambito della riorganizzazione della pubblica amministrazione. Così, arrivano le prime tempeste finanziarie in cui si sta assistendo per piccole entità: i comuni, ad uno ad uno, cominciano a dichiarare “dissesto finanziario”.

Ma questo cosa c’entra con la Tassa sui rifiuti 2014 (calcolo Tari)? Una qualche attinenza c’è, visto che la maggiore discrezionalità, a livello di regolamentazione, l’avrà l’amministrazione comunale che deve diventare autonoma dall’ex pioggia di finanziamenti che non ci sarà più. E quindi, cosa accadrà, inevitabilmente, salvo gestioni oculate? Le amministrazioni maggiormente in difficoltà cercheranno di recuperare il disavanzo con maggiori tasse, aliquote più salate, meno detrazioni a regime.

Calcolo Tari. Quanto il comune può incidervi?

A prescindere da quanta immondizia produciamo, quello che conta è l’estensione della superficie abitativa che risulta al comune. Attenzione, sono capitati errori di misurazione delle vecchie case. Non entrano a fare parte della superficie abitativa le cantine, i giardini, i garage. Fate controllare l’effettiva estensione della superficie abitativa, dato che potreste trovarvi a pagare di più, quando dovreste pagare di meno.

Questo è l’unico dato obiettivo per il calcolo TARI. Per tutto il resto, così come la scadenza utile, è arbitrio del comune decidere se far pagare di meno ad alcune categorie di soggetti.

Perché si dovrebbe far pagare di meno? Questo lo dovrà stabilire il singolo comune nel calcolo TARI. Ecco alcuni esempi:

  • L’immobile non viene utilizzato in via continuativa, o solo in via occasionale. Se il comune di residenza ha così stabilito e non risulta presso di esso tale situazione di fatto, porgete dichiarazione, certificando con dati di forma quanto dichiarato. Come fare? Avete una seconda casa? Dovete dichiarare che soggiornate abitualmente lì, eventualmente cambiando residenza. Siete all’estero per lavoro almeno metà dell’anno? Dovete poterlo comprovare. In tale caso, avrete a disposizione di margini di detrazione sul calcolo TARI, se stabilito dal comune di appartenenza.
  • La fascia reddituale del nucleo familiare non raggiunge una determinata soglia?Producete apposita dichiarazione Isee se ne avete diritto, e così è stato stabilito dall’amministrazione. Ormai, siamo arrivati ad un punto che dobbiamo auto-dichiarare tutto e gestire le nostre economie, altrimenti l’automatismo della burocrazia, ci penalizzerebbe automaticamente. Se possiamo pagare di meno, perché no? Informarsi sulle modalità del calcolo TARI è diventato essenziale.
  • Il numero di componenti del nucleo familiare. Controllate se al comune è aggiornato. Potrebbe ad es. risultare ancora vostro figlio che, invece, ha trovato lavoro altrove ed è più fuori che a casa. Fategli cambiare residenza se ciò vi fa lievitare inutilmente l’aliquota per il calcolo Tari
  • L’età. Alcuni comuni stanno prevedendo dei tagli per coppie di anziani o anche di giovani sposati con meno di 32 anni. Informarsi non costa nulla. Ogni amministrazione comunale, in base alle ultime direttive, dovrebbe aggiornare il portale online.
  • Altre disposizioni o criteri stabiliti, in sede di riunione di consiglio e giunta comunale (ad es. figlio in affido, assistenza sociale, stato di disoccupazione).

Insomma il Comune è diventato quasi un piccolo Parlamento, in sede di fisco ed è un gran bel pasticcio per tutte le amministrazioni in difficoltà finanziarie. Ne assisteremo delle belle.

Modelli da utilizzare per versare la Tassa sui rifiuti 2014

Il modello da compilare è l’F24. La sezione è quella relativa ad “Imu ed altri tributi locali”.

I codici tributo sono da 3944 a 3946, da 3950 a 3952. Rispettivamente i primi tre comprendono Tari ed ex Tares, allorquando bisogna versare entrambi (tariffe, interessi e sanzioni). Gli ultimi tre sono relativi alla sola Tari (tariffe, interessi e sanzioni).

Purtroppo, i più penalizzati dalla nuova Tassa sui rifiuti 2014, nel calcolo TARI, risultano essere non tanto i fabbricati industriali che anzi pagheranno di meno. Ma principalmente i ristoranti, i bar, i locali commerciali e soprattutto gli uffici professionali. La TARI per loro è risultata, in gran parte dei casi, molto più salata quest’anno e per un semplice motivo: si è tenuto conto di vecchi coefficienti di produttività, a livello ministeriale che non sono stati aggiornati alle nuove difficoltà economiche.

Mentre per le abitazioni, il criterio presuntivo è basato sull’estensione della superficie abitativa, per gli esercizi commerciali ed ad uso professionale il criterio presuntivo per il calcolo TARI è basato sui coefficienti di produttività, almeno questa è stata la prassi adottata dalla maggiorparte delle amministrazioni comunali.

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