Contratto a chiamata: come funziona?

contratto a chiamataContratto a chiamata: come funziona? Ecco tutto quello che c’è da sapere sul contratto a chiamata e come difendersi.

Le regole del contratto a chiamata

Il contratto a chiamata è una delle forme più diffuse di lavoro a causa della crisi economica che stiamo vivendo. Il datore di lavoro chiama al proprio servizio personale solo per le grandi occasioni, oppure solo quando ha necessità di personale extra per la propria attività aziendale. La ristorazione è forse uno dei settori più semplici da citare quando si parla di contratto a chiamata, ma tantissimi sono ormai gli ambiti di lavoro che utilizzano questa forma di assunzione.

Il contratto a chiamata ha caratteristiche ben precise: una volta contattato, il dipendente deve presentarsi sul posto di lavoro, oppure dare giustificato motivo per la sua assenza. Anche il datore di lavoro è tenuto a dare delle garanzie, come l’indennità di disponibilità (non sempre obbligatoria) che indennizza il lavoratore nel caso il lavoro gli avesse impedito di trovare un’altra occupazione, o semplicemente per ringraziarlo per la sua disponibilità immediata.

contratto a chiamata

Nel contratto a chiamata devono essere chiaramente indicati alcuni dati fondamentali:

– I dati del lavoratore e del datore di lavoro;

– Di quale lavoro si tratta e gli orari in cui si dovrebbe svolgere;

– Il compenso per la prestazione e come il lavoratore verrà pagato;

– Le misure di sicurezza sul luogo di lavoro;

– La durata del contratto a chiamata.

Il contratto a chiamata può essere illegale se il lavoratore sostituisce personale che ha aderito a uno sciopero con i sindacati di categoria, oppure nel casoo l’azienda in crisi sostituisca con il contratto a chiamata i licenziamenti collettivi (in modo da tutelare chi è in cassa integrazione a causa della crisi).

I diritti di chi ha un contratto a chiamata

Anche chi chiede la prestazione di un lavoratore ha dei diritti con il contratto a chiamata: gli obblighi partono al momento della disponibilità del lavoratore e, nel caso in cui il lavoratore si tiri indietro, il datore di lavoro ha diritto a una spiegazione simile a quella dei dipendenti pubblici a tempo indeterminato.

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