Fondo strategico italiano

Fondo strategico italiano: si tratta di un’operazione effettuata dalla Cassa depositi e prestiti, ente dello stato che svolge importanti funzioni inerenti all’efficienza degli enti pubblici e alla crescita di competitività del nostro stato nel mercato libero nonostante la crisi economica internazionale. Il fondo strategico italiano sarà di circa 7 miliardi di euro: una parte sostanziosa di questi contanti non è dello stato, ma di banche, enti assicurativi, casse previdenziali, ecc. Si tratta di un modo per fronteggiare la crisi economica e migliorare la competitività delle nostre società con un occhio di garanzia sugli sprechi degli enti pubblici.

Il fondo strategico italiano e la Cassa depositi e prestiti

Per capire come sarà organizzato il fondo strategico italiano, dobbiamo spiegare cos’è un fondo di investimento: si tratta di un modo di investire nel mercato libero per cui ogni socio sa che i contanti investiti nel fondo saranno utilizzati per investire in altri settori (soprattutto edilizio), in modo che ogni investitore abbia un rendimento sul fondo misurato in base ai contanti investiti inizialmente. Cosa intende fare con il fondo strategico italiano la Cassa depositi e prestiti per lo stato? L’idea è di finalizzare i contanti delle varie società (banche, assicurazioni, ecc.) nella modernizzazione degli enti pubblici ed amministrativi e per dare maggiore competitività alle società del nostro stato. Perché parliamo di fondo strategico italiano? Perché i contanti investiti andranno in favore delle società che si occupano di settori strategici per il nostro stato: difesa, comunicazione, energia, trasporti, ecc. Parliamo quindi di società vitali per uno stato come il nostro che sentono più di altri settori la minaccia nel mercato libero della crisi economica.

Il fondo strategico italiano

Il fondo strategico italiano non deciderà di investire solo in questi settori, ma darà la possibilità alle società italiane di ottenere finanziamenti per società che fatturano più di 300000 l’anno netti con più di 250 dipendenti.