Uscire dalla crisi con la privatizzazione del patrimonio pubblico
Quella di procedere alla privatizzazione del patrimonio pubblico è una manovra finanziaria messa in atto dagli enti pubblici al fine di ottenere una fonte di finanziamento e ridurre quanto più possibile il proprio debito.
Secondo gli esperti, tale privatizzazione del patrimonio pubblico potrebbe essere l’unica e veramente efficiente scelta in grado di aiutare l’Italia ad uscire una volta per tutte dalla dannata crisi economica in cui ristagna da ormai troppi anni. Si potrebbe così ottenere in breve tempo, infatti, una liquidità decisamente consistente.
Proprio in un convegno di oggi ad Ascoli Piceno, a tal proposito, Paolo Savona, presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi ha affermato: “Invece di continuare a tassare, si dovrebbe affrontare la crisi con una terapia diversa anche se shock: vendere il patrimonio pubblico che vale 400 miliardi, utilizzare 100 miliardi per creare una nuova societa’ mista con i privati e le banche e con essa emettere nuove obbligazioni per un valore di 300 miliardi, ad un tasso di mercato del 5%. Con questo denaro si eliminerebbe la tassa sulla prima casa e si valorizzerebbero i beni pubblici, attivando un meccanismo che riavvierebbe lo sviluppo economico. […] … la politica e’ talmente appesa al patrimonio pubblico che non vuole in alcun modo mollarlo”.
La privatizzazione del patrimonio pubblico in luogo della tassa patrimoniale e di tutte le altre imposte
Il motivo per cui tanto si discute in questi giorni della privatizzazione del patrimonio pubblico è dunque l’eventualità che tale procedura possa servire a evitare tasse quali l’IMU e tutte le altre imposte previste dal nuovo governo Monti e dalla manovra Salva Italia.
Le suddette tasse, infatti, non rendono di certo il popolo italiano positivo nei confronti del difficile momento di crisi che il Paese sta affrontando e indeboliscono sempre più la situazione economica delle famiglie, incrementando la pressione fiscale.
La privatizzazione del patrimonio pubblico potrebbe invece, forse, fornire liquidità, laddove essa non c’era, senza costringere gli italiani a sacrifici così pesanti.