La mini patrimoniale 2013 è entrata in vigore lo scorso 1° gennaio. Si tratta di una nuova tassa che agisce sul risparmio delle famiglie italiane; di fatto, il fondo cui attinge la mini patrimoniale 2013 sono le giacenze presenti su tutte le forme di risparmio delle famiglie italiane. Vale a dire, secondo calcoli di settore, un ammontare complessivo pari a circa 3000 miliardi di ricchezza finanziaria privata.
Su cosa interviene la mini patrimoniale 2013
La mini patrimoniale 2013 viene applicata dunque su: conti correnti bancari, conti postali, libretti di risparmio, polizze vita, fondi comuni e derivati. La novità, sgradita alle famiglie e ingenerali ai risparmiatori italiani, consiste nell’aumento dell’imposta di bollo dall’1 per mille al 1,5 per mille.
La soglia minima per la mini patrimoniale 2013
Ovviamente la mini patrimoniale 2013 non ha la medesima applicazione per quanto riguarda i diversi risparmiatori. Nell’applicazione della mini patrimoniale 2013 compare un minimo da pagare, ma manca un’adeguata soglia minima di esenzione. L’unica soglia minima al di sotto della quale non scatta l’applicazione della mini patrimoniale 2013 è quella di 5000 euro: significa che tutti i depositi con saldo medio annuale inferiore ai 5000 euro saranno esentati dall’applicazione della mini patrimoniale 2013. Al di sopra di tale soglia scatta l’importo minimo da pagare di 34,20 euro.
La mini patrimoniale 2013 secondo le previsioni porterà nelle casse dello Stato circa 4,7 miliardi alla fine dell’anno prossimo, quasi il doppio rispetto ai 2,6 miliardi ricavati alla fine del 2012: il motivo è l’aumento dell’aliquota che è salito dall’1 all’1,5 per mille.