Il rientro dei capitali dalla Svizzera si avvicina. In effetti il primo elemento su cui soffermarsi è la portata del fenomeno e la difficoltà nel quantificare il gettito del rientro dei capitali dalla Svizzera. Si tratta infatti di un fenomeno che ha avuto (e continua ad avere) una durata pluridecennale e la cifra che l’Italia potrebbe ricavare dal rientro dei capitali dalla Svizzera supera di certo i trenta miliardi di euro.
La posizione dell’Italia rispetto al rientro dei capitali dalla Svizzera
L’Italia non si era ancora mossa con efficacia come altri Paesi per quanto riguarda il rientro dei capitali dalla Svizzera. In effetti altri Paesi, come, in primo luogo, Stati Uniti, Germani e Gran Bretagna, hanno firmato con le autorità competenti elvetiche accordi bilaterali per favorire il rientro di capitali dalla Svizzera. L’’Italia non ha però firmato nessun accordo efficace in materia di rientro di capitali dalla Svizzera. E la partita si gioca adesso dal punto di vista multilaterale dato l’intuibile inserimento dell’Unione Europea nell’ambito della questione del rientro dei capitali dalla Svizzera.
Il forum bilaterale sul rientro dei capitali dalla Svizzera
La novità di questi giorni in merito al rientro di capitali dalla Svizzera sta nella conclusione positiva del forum bilaterale italo-svizzero cui ha partecipato il responsabile esteri della confederazione elvetica Burkhalter che si è dichiarato “fiducioso che l’accordo sarà firmato a breve”. Anche il ministro Terzi è ottimista in merito a “questioni fiscali complesse che sono state incanalate grazie al gruppo di pilotaggio bilaterale”. Significa che l’accordo sul rientro dei capitali dalla Svizzera è nero su bianco e che la data ormai si avvicina.