Quello che spesso è noto esclusivamente e per comodità di uso come il modello 69 cedolare secca in realtà non è niente altro di diverso dalla cosiddetta cedolare secca sugli affitti. E dunque abbiamo già compreso che il modello 69 cedolare secca riguarda gli affitti e i contratti di locazione: il modello 69 cedolare secca fa in effetti riferimento ad una imposta sugli affitti. La logica del modello 69 cedolare secca è una logica di sostituzione: innanzitutto il modello 69 cedolare secca è una imposta facoltativa e chi scegli di pagarla decide di preferire il modello 69 cedolare secca a quello ordinario.
Il modello 69 cedolare secca: quando serve
Abbiamo capito che il modello 69 cedolare secca è quindi una scelta del contribuente che decide di abbandonare il sistema ordinario per quanto riguarda il pagamento delle imposte in tema di affitti e di contratti di locazione. Di fatti il modello 69 cedolare secca ingloba e sostituisce le imposte classiche da pagare per quanto concerne gli affitti, vale a dire: l’Irpef con le sue relative addizionali, l’imposta di registro, l’imposta di bollo, l’imposta di registro sulle risoluzione e proroghe del contratto. Fermo restando che il modello 69 cedolare secca non sostituisce l’obbligo di pagare l’imposta di registro per la cessione del contratto di locazione.
Il modello 69 cedolare secca: quanto costa
Le modalità di versamento per il modello 69 cedolare secca non sono difficili: c’è la possibilità di versare l’intero importo in un’unica soluzione oppure la possibilità di rateizzare in due volte l’importo del modello 69 cedolare secca. Se l’importo è inferiore ai 257,52 euro il modello 69 cedolare secca deve essere pagato in un’unica rata entro il 30 novembre, invece con importi superiori vi sono due rate: la prima pari al 40% del totale entro giugno e la seconda entro novembre.