Con oggi comincia una settimana molto calda dal punto di vista economico e monetario al livello europeo per quanto riguarda le ripercussioni in seguito alla crisi di Cipro. Di fatto sarebbe assolutamente sbagliato pensare che l’adozione di determinate misure in seguito alla crisi di Cipro abbia spento il focolaio della crisi stessa. E, in effetti, c’è da notare che la maggior parte delle discussioni, nonché la larga parte delle misure più drastiche per cercare di sanare la crisi di Cipro sono state discusse e comunicate quando le banche erano chiuse.
La crisi di Cipro: l’apertura dei mercati
In questa sede ci sembra giusto sottolineare il pensiero in merito alla crisi di Cipro e alle conseguenze della stessa crisi di Cipro formulate qualche giorno fa da Lorenzo Bini Smaghi. A conti fatti l’ex membro italiano del Board della Banca Centrale Europea ha puntato l’indice proprio nei confronti di stamattina, vale a dire nel momento dell’apertura delle banche a Cipro e, contestualmente, ed in maniera senza dubbio ancor più rilevante, nel momento dell’apertura dei mercati mondiali. In effetti Bini Smaghi fa riferimento alla prima volta in cui si riapriranno i mercati dopo l’adozione delle misure straordinarie per contrastare la crisi di Cipro.
La crisi di Cipro: il pericolo contagio
Il timore peggiore che fa riferimento alle conseguenze della crisi di Cipro secondo Bini Smaghi è da intravedere nel pericolo contagio. E, soprattutto, se il pensiero va alla situazione economica del nostro Paese, non c’è, sempre secondo Bini Smaghi, rimanere tranquilli. Da un lato l’Italia non sarebbe di certo il primo Paese a subire il contagio della crisi di Cipro, ma, dall’altro lato, casomai avvenisse il contagio, l’Italia non saprebbe difendersi a dovere.