La questione sulla diffamazione a mezzo stampa è ormai sempre di attualità all’interno del nostro Paese. E non si tratta di uno di quegli argomenti che interessano e che sono argomento di discussione esclusivamente da parte degli addetti ai lavori ma che ha conosciuto, soprattuto negli ultimi tempi, uno notevole eco mediatica in seguito al susseguirsi di una serie di avvenimenti assolutamente rilevanti. Nella fattispecie, un ruolo senza dubbio notevole e dall’indiscutibile peso specifico nell’ambito della discussione sulla diffamazione a mezzo stampa lo ha avuto la vicenda che ha portato, ormai diversi mesi or sono, il direttore Alessandro Sallusti in carcere.
La diffamazione a mezzo stampa: come funziona oggi
Ma, come è nostra buona abitudine consolidata ormai da lungo tempo, procediamo con ordine e iniziamo a comprendere e a prendere in considerazioni alcuni degli elementi principali che ci servono ad analizzare con imparzialità e terzietà la questione sulla diffamazione a mezzo stampa e sulla consistenza del reato. Perché, sarebbe un errore non ribadirlo, ad oggi la diffamazione a mezzo stampa è innanzitutto un reato perseguibile anche con la più classica delle pene detentive, cioè il carcere. Ovviamente, in maniera intuibile, finire in carcere per un reato come la diffamazione a mezzo stampa può sollevare più di una qualche ragionevole polemica che, nel tempo, si è trasformata in argomento degno di discussione parlamentare.
La diffamazione a mezzo stampa: la modifica di legge
Le novità più recenti in tema di diffamazione a mezzo stampa sono quelle che infatti non vengono da una qualche discussione di parte o da una nota degli organi di stampa ma direttamente dall’Aula parlamentare di Montecitorio. In effetti vi è stata una votazione dell’aula della Camera su una proposta di riforma di legge in merito al reato di diffamazione a mezzo stampa. L’oggetto della votazione è molto semplice come molto decisiva la modifica al testo di legge che è stata approvata: il nocciolo della questione è la cancellazione del reato di diffamazione a mezzo stampa con la conseguente cancellazione del carcere per i giornalisti e per i direttori di testate giornalistiche accusati di diffamazione a mezzo stampa.