I tagli alla spesa pubblica sono un capitolo, spesso funesto, con cui bene o male tutti i governi di quasi tutti gli Stati devono prima o poi fare i conti. A conti fatti spesso le ragioni alla base dei tagli alla spesa pubblica sono di natura eterogenea e, per essere compresi fino in fondo, devono essere contestualizzati con la giusta dovizia di particolari. Come, ad onor del vero, occorre sottolineare che ci sono tagli alla spesa pubblica e tagli alla spesa pubblica nel senso che in alcuni periodo i governi nazionali sono più efficienti e hanno bisogno di tagliare di meno e in altri periodo devono, come si è soliti dire in queste occasioni, stringere i cordoni della borsa.
Come saranno i tagli alla spesa pubblica: le previsioni
Ma, come è nostra buona abitudine consolidata ormai da lungo tempo, procediamo con ordine e iniziamo a comprendere alcuni degli elementi di base che più potranno rivelarsi funzionali alla nostra disanima, sintetica per forza di cose, in materia di tagli alla spesa pubblica. Per quanto riguarda la situazione economica del nostro Paese in questo momento è anche fin troppo facile rendersi conti che i tagli alla spesa pubblica ci saranno e che si tratterà di tagli alla spesa pubblica abbastanza consistenti. E’ facile intuirlo ma, nelle ultime settimane ce lo hanno spiegato a turno esponenti di primo piano del governo Letta.
Come saranno i tagli alla spesa pubblica: i ricavi
Ovviamente, in maniera intuibile, la partita si gioca tutta tra due forze opposte sia dal punto di vista concettuale che pratico, nel senso che se da un lato per molti la risposta alla crisi passa per la restrizione delle spese attraverso i tagli alla spesa pubblica, per molti altri la ricetta più giusta dovrebbe essere una misura di tenore opposto cioè maggiori incentivi da parte dello stato e azzeramento dei tagli alla spesa pubblica. L’obiettivo, ovviamente, in maniera intuibile, è quello di rientrare vale a dire quello di ridurre quanto più possibile ogni spesa dello Stato attraverso i tagli alla spesa pubblica, tagli alla spesa pubblica che dovrebbero far recuperare più di 1,5 miliardi di euro già entro il prossimo anno.