Tasse rendite finanziarie 2014: una delle nuove proposte avanzate dal Governo Renzi è di aumentare le tasse rendite finanziarie 2014 rispetto all’anno precedente. Quale sarà la tassazione e come cambieranno i rendimenti nelle operazioni finanziarie?
Le tasse rendite finanziarie 2014 come cambieranno?
Le tasse rendite finanziarie 2014 saliranno dal 12,50% al 20%, almeno secondo quando dicono fonti vicine al Ministero dell’Economia. In questo modo, le casse dello Stato dovrebbero tirare un sospiro di sollievo di poc0 inferiore ai 3 miliardi di Euro. Le tasse rendite finanziarie 2014 sono il secondo modo per ottenere liquidità immediata: il primo è la spending review, che dovrebbe portare al Governo Renzi ben 7 miliardi di Euro.
Il calcolo delle tasse rendite finanziarie 2014 è simile a quello dell’anno scorso: l’aliquota si applica sul rendimento lordo. Sui titoli sui conti bancari saranno le banche stesse ad applicare l’aumento. Il problema riguarda quelli che ora hanno investito in titoli di Stato: le tasse rendite finanziarie 2014 si applicano su un rendimento basso di suo.
Alle tasse rendite finanziarie 2014 vanno aggiunte anche le imposte di bollo: queste dovrebbero restare inalterate nel corso nel tempo, anche se le fonti ufficiali ancora non sono arrivate. Stesso discorso vale per la Tobin Tax, che viene applicata come tasse nelle operazioni in Borsa (come le azioni).
Le notizie si aggiornano e cambiano di giorno in giorno. Con l’arrivo del Jobs Act del Governo Renzi, sicuramente il ministro dell’Economia Padoan sarà più chiaro. Nell’attesa, non mancano le voci negative provenienti da più parti su quella che può essere una legge sulle tasse rendite finanziarie 2014.
La più importante viene da Maria Cannata, esponente della Consob: il problema è l’impatto sulla domanda. Le tasse rendite finanziarie 2014 possono disincentivare gli investimenti, soprattutto per quanto riguarda i titoli di Stato.
Le tasse rendite finanziarie 2014: in attesa di notizie
Le tasse rendite finanziarie 2014 sono da valutare. Nell’attesa, prepariamoci a una nuova tassazione e riprendiamo a investire in quegli strumenti già tassati al 20%, che non dovrebbero subire ulteriori variazioni nei progetti del ministero dell’Economia.