Ancora si sente parlare in giro di furti di rame ma, poi, osservando le quotazioni si nota che il metallo è in controtendenza rispetto alle altre commodities (ad es. piombo, zinco). Quindi, chi è fuori dal settore degli investimenti in materie prime non riesce bene ad afferrare come ci sia sempre l’interesse nel settore. Tralasciando la problematica rilevante del mercato nero del rame, sul piano degli investimenti, cosa conviene fare? Acquistare cfd o contratti in rame. Perché e con quale scadenza? Le previsioni sono rialziste ma ciò avverrà gradualmente. Andiamo, ora, a monte del problema che ha inciso sulla discesa in “picchiata” delle quotazioni del rame.
Investimenti nelle commodities e policy-maker
La regolamentazione vuol dire molto per il mercato delle materie prime. Ma i vari Stati stanno tentando di riprendere nelle mani un settore che vede l’alternarsi di diverse multinazionali estere che non sempre salvaguardano la sostenibilità ambientale e le leggi interne.
Soprattutto, ora, che c’è d’oltralpe questo nuovo spirito “nazionalista”, i partiti politici di alcuni Stati, maggiori esportatori per tradizione, si sentono, in prima linea, impegnati nel regolamentare un settore strategico per l’economia interna: le risorse prime e lo sfruttamento minerario.
Chi genererà l’inversione di rotta Rame?
Gli investitori nelle commodities lo sanno sin troppo bene. No, levatevi dalla bocca sempre la Cina, anche se anch’essa grazie all’industria manifatturiera ha dato la sua bella mano a non far crollare troppo le quotazioni del rame che si è mantenuto poco al di sopra di quota 7.200 dollari nel raggiungimento del livello soglia di resistenza settimanale per poi ridiscendere oggi a poco al di sopra di quota 3.247 dollari.Stavolta, il protagonista è l’Indonesia che, per un po’, non aveva contribuito all’export di rame, dato che aveva imposto alle multinazionali il rispetto di precise linee-guida. Ma cosa è successo? Le multinazionali non ci sono state, hanno fatto tirare il fiato all’Indonesia che alla fine ha dovuto cedere, sul tavolo delle trattative.
Pioggia di investimenti sul rame, ripresa degli acquisti, accumulo di scorte per poter sfruttare i nuovi rialzi del mercato, ora che si direbbe, riprenderanno le attività estrattive e di esportazione del Rame.
A quanto sembra per incentivare le multinazionali a costruire le fonderie e le raffinerie si è pensato al progressivo annullamento del dazio sull’export, partendo da una sua riduzione al momento dell’inizio lavori. Per ultimo, il vincolo alla multinazionale Usa, impegnata nelle attività estrattive: la necessità di emettere un Bond, a garanzia dei lavori per la fonderia.
Quindi, a quanto pare, è proprio il caso di dire: ad accordi conclusi, i prezzi del rame ritorneranno a salire.