Dopo il decreto Salva Italia l’esecutivo Monti si appresta a varare alcuni interventi che saranno raggruppati nella fase due, denominazione che indica azioni economiche per favorire crescita ed equità.
A tale fine dovrà infatti servire la riforma delle rendite catastali in programma, visto che la differenza tra valore indicato all’agenzia del territorio e valore reale dell’immobile è divenuta troppo alta. Dai calcoli rilevati infatti il valore di mercato è circa 3,7 volte più alto di quello indicato sulla carta, ma gli scompensi raggiungono anche 10 – 12 volte il valore catastale per alcuni grandi città come Napoli ad esempio.
Pertanto una rivalutazione in modo automatico di tutte le rendite ( nell’ultima manovra è stato proposto di rivalutare del 60 per cento tutte le rendite indipendentemente se fossero corrette o meno) può davvero servire a poco, soprattutto per quei valori che già alla base sono stati calcolati in maniera non corretta. Infatti occorre ricordare che le rendite catastali quando furono introdotte avevano lo scopo di misurare la rendita dell’appartamento e non il vero valore patrimoniale. Ed anche le successive rivalutazioni hanno fatto ben poco visto che a fronte di una rivalutazione del 5 per cento adoperata negli ultimi anni si è avuto un aumento degli affitti del 73 per cento. Il governo pensa allora ad un piano di azione in modo da intervenire sui seguenti 5 punti:
- Superamento delle categorie e delle classi catastali;
- Rendite che dovranno tenere conto del valore reale di mercato dell’immobile e dal reddito che possono generare tenuto conto dei costi di manutenzione;
- Superamento del concetto di vano;
- Introduzione dei metri quadri anche per quanto riguarda la rendita a livello fiscale;
- Si introdurrà un sistema di funzioni statistiche che mettano in correlazione il valore del bene o il reddito dello stesso alla localizzazione e alle caratteristiche edilizie.