Non importa quale sia il colore del governo, l’Italia è il paese dove il fisco si fa sentire di più. Ad ogni entrata di scena del nuovo governo, ci aspettiamo che venga aperto il capitolo tasse. Federconsumatori lancia l’allarme, dato che il periodo che andrà tra settembre e novembre sarà poco sostenibile per le famiglie italiane.
Vediamo come l’associazione dei consumatori ha stilato il budget di spesa che sarà un salasso per le famiglie italiane e cerchiamo di capire il perché, distintamente per ogni capitolo di spesa.
Federconsumatori: in arrivo la stangata per le famiglie italiane
Consideriamo una famiglia media con figli in età scolare a carico. La fonte ufficiale delle stime è Federconsumatori.
E’ il momento di fare il “corredo” scolastico e, pur non volendo fare scorta di quaderni ed articoli di cancelleria, bisogna forzatamente acquistare i libri in dotazione anno per anno.
Per questo capitolo di spesa, viene stimato un budget medio di 779,25 euro. A questo budget, poi, è da aggiungere chiaramente tutto quello che viene speso giorno per giorno, dalle spese di trasporto (benzina, abbonamento pullman o treno) a quelle per la colazione (panino, pizza, brioches), a tutto quello che il corpo docente richiede e non era nelle previsioni di acquisto (ulteriori articoli di cancelleria su commessa), all’eventuale mensa scolastica che, purtroppo, è a pagamento. Se, poi, uno dei figli va all’università, consideriamo che la prima rata come minimo parte da 300 euro (l’importo cambia da facoltà a facoltà), per non parlare dei libri universitari che, per fortuna, devono essere comprati non in blocco ma in base all’esame che si intende sostenere. Ogni libro universitario ha un costo medio di 60 euro (min 40 euro).
Siete d’accordo con Federconsumatori? Effettivamente già per questa prima voce notiamo un budget elevato. Per quale motivo l’Italia non si adegua ancora all’Europa, all’America facendo entrare in campo l’industria editoriale degli e-book che, grazie ai benefici di scala, consente di appiattire i costi verso il basso? La nuova frontiera è il libro digitale. Siamo stati bravi ad investire sulla tecnologia, attrezzando alcune scuole e facendole diventare all’avanguardia. Ma il supporto hardware, senza il contenuto software, è inutile.
Qual è il principale problema dell’Italia? La pressione dei gruppi di interesse che blocca la libera espansione del mercato. Le case editrici sono poco propense, presumiamo, a fare un passo del genere ed ogni anno ci sarà propinato il solito giochetto tra cambi di edizioni e volumi cartacei che non saranno neppure riciclati, in compatibilità con l’ambiente.
Passiamo agli altri capitoli di spesa, stimato da Federconsumatori: TASI (231 euro), Bollette (460,77 euro), Seconda rata Tari (156,35 euro), Riscaldamento (285 euro).
Se fate la somma delle varie voci constaterete che il budget mensile arriva a sfiorare i 2.000 euro.
Alcuni spunti di riflessione sull’Italia che costa troppo
E se una famiglia ha un padre in mobilità ed una madre disoccupata? Ecco che arriva l’impossibilità a pagare che è un concetto ben diverso dall’evasione.
Purtroppo, tutti i discorsi sull’investimento in innovazione, crescita e lavoro sono destinati a languire se non si cambia spirito di vita nel bel paese. Con una situazione del genere, vi aspettate di non trovare nessuno nei centri commerciali? L’italiano non riesce a rinunciare (induzione al consumo) al panino, alla cena in famiglia, al Tv ultimo modello, al nuovo smartphone. Si lima dappertutto ma non vi si può rinunciare. E’ quello che si chiedono i politici quando constatano che sì, è vero, i consumi sono crollati ma la propensione a consumare è ancora viva. I centri commerciali non sono ancora vuoti e mai lo saranno. Si disertano i negozi locali, piuttosto. Quale sarà la nuova Italia? L’Italia dei debiti o l’Italia del riscatto? Qui l’errore parte a monte, in uno stile culturale che non ci si è sforzati di rendere parte di tutti, da monte a valle perché è poco l’interesse a farlo.
Le stime di Federconsumatori non ci giungono nuove ma neanche ci possono far impiantare le solite prese di posizione contro la politica, visto che nel frattempo si continua ad accettare il nuovo governo, tecnico o no, ed il prossimo venturo. Qui, bisogna pretendere che cambi stile di pensiero e di vita, che il consumo non richieda moda consumistica ma diventi innovazione vera e spinta allo sviluppo ed al risparmio, quello vero. Quindi, basta piagnistei perché chi ci dirige ci ha fatto sin troppa abitudine e spesso si distacca dalla realtà vera.
Capiamo anche che l’unica libertà del governo nazionale è la politica fiscale ma non possiamo neanche arrogarci di dire che il blocco degli investimenti abbia come unica protagonista la politica monetaria europea.