Aprire una startup: con la crisi del lavoro, sono tantissimi gli italiani che decidono di aprire una startup per dare vita ad una società (anche se nella forma della ditta individuale o della micro-impresa) avvalendosi di risorse quali quelle offerte dai finanziamenti europei e dai finanziamenti per il Franchising tramite Invitalia. Aprire una startup non è un processo così immediato e semplice, come possono far credere gli italiani che hanno già avviato la loro società in tempi di crisi del lavoro e calo dei consumi: cosa impedisce di aprire una startup? Qual è l’arma segreta per non chiudere la nostra società prima dei 5 anni previsti dai finanziamenti pubblici?
Il business plan come base per aprire una startup
Aprire una startup significa dare realtà ad un’idea di società: infatti, molti italiani pensano che per iniziare la propria attività bastino solo i finanziamenti. In realtà, non è così. La crisi del lavoro e il calo dei consumi costringono a fare i conti con la concorrenza nei settori di appartenenza, a studiare nuovi servizi, a sfruttare nuove risorse online per attirare clienti e a cercare programmi di affiliazione redditizi. Per consentire agli italiani che intendano aprire una startup uno sguardo più globale e certamente meno sognante, è necessario avvalersi di un consulente come un business planner, che ci darà strumenti e strategie per aprire una startup riducendo il rischio di fallimento della società prima dei cinque anni. Il business plan rappresenta la colonna vertebrale per aprire una startup: consente di prevedere i costi per le spese di gestione e manutenzione, vede quali sono i settori più redditizi del mercato, crea una campagna di marketing tenendo in considerazione la crisi del lavoro e il calo dei consumi, sfatando miti quali una società immediatamente produttiva e a regime (che si vede solo nei film) e clienti che arrivano colmi di contanti da spendere solo da voi (immaginario abbastanza comune in tempi di crisi del lavoro).
Aprire una startup per un’azienda redditizia
Per aprire una startup, i documenti che gli italiani devono presentare sono abbastanza semplici: la registrazione online presso il registro delle imprese e la richiesta di una partita Iva alla Camera di Commercio della propria zona.