Spesso abbiamo sentito parlare del concetto di insolvenza fraudolenta e lo abbiamo spesso, mentalmente, derubricato ad un comportamento semmai non proprio moralmente ineccepibili o poco più. In effetti pensare alla insolvenza fraudolenta come ad un comportamento scorretto è ben poca cosa perché l’insolvenza fraudolenta è un reato a tutti gli effetti. E, come tale, è disciplinato dal codice penale italiano all’articolo 641.
Che cos’è l’insolvenza fraudolenta: il reato
Cerchiamo di dare una definizione di insolvenza fraudolenta che sia allo stesso tempo sintetica ed esauriente: per insolvenza fraudolenta possiamo far riferimento a quel comportamento in cui il soggetto in questione nasconde il proprio stato di insolvenza contraendo delle obbligazioni di carattere economico già sapendo di non poterle sostenere. Si tratta quindi di un soggetto che seppur conscio della propria impossibilità economica contrae comunque obbligazioni a proprio carico. Vediamo adesso come si combatte il reato di insolvenza fraudolenta sia per quanto riguarda il danneggiato che il soggetto che delinque.
Che cos’è l’insolvenza fraudolenta: la condanna
Innanzitutto vediamo cosa deve fare la parte offesa nel caso di insolvenza fraudolenta: deve semplicemente presentare un querela all’Autorità Giudiziaria. Per quanto riguarda invece la situazione di colui che commette l’insolvenza fraudolenta, il codice penale non prevede né il fermo di 48 ore né l’arresto in flagrante. Se però c’è un procedimento dell’autorità giudiziaria competente, allora per colui che commette un’insolvenza fraudolenta in caso di condanna scatta la reclusione fino a due anni oppure una pena pecuniaria commisurata all’entità dell’insolvenza fraudolenta. C’è anche una soluzione intermedia, vale a dire il caso in cui il debitore dopo la querela onora il suo debito: in tal caso l’autorità giudiziaria competente non procederà perché il reato verrà considerato estinto.