I controlli sui movimenti bancari ci saranno. Saranno effettivi e molto invasivi perché nella partita tra la lotta all’evasione fiscale e la tutela della privacy in Italia ha vinto la lotta all’evasione fiscale. In effetti i controlli sui movimenti bancari ci sono sempre stati ma in misura molto relativa, questa volta, però, quando parliamo di controlli sui movimenti bancari ci riferiamo al diritto che l’Agenzia delle entrate ha di accedere ai dati dei nostri conti correnti.
I controlli sui movimenti bancari: il decreto salva Italia
Procediamo con ordine e cominciamo ad esaminare qual è la dinamica alla base dei controlli sui movimenti bancari. Tutto nasce in seguito all’approvazione del decreto legge 201/2011 noto ai più, addetti ai lavori e non, come il decreto salva Italia. Nell’ambito dunque del decreto salva Italia c’è il diritto da arte dell’Agenzia delle Entrate di poter accedere ai dati principali dei nostri conti correnti: fino ad oggi il diritto non era stato ancora esercitato per una controversia in corso in materia di privacy. Ma, negli ultimi giorni, anche il Garante della privacy si è espresso in misura favorevole nei confronti del diritto dell’Agenzia delle Entrate di effettuare i controlli sui movimenti bancari.
I controlli sui movimenti bancari: l’Agenzia delle Entrate
Con questo parere favorevole dell’Autorità competente in materia di controlli sui movimenti bancari la prima conseguenza da sottolineare è che solo oggi si è raggiunta l’attuazione piena del decreto salva Italia di fine 2011. E, inoltre, vediamo più nello specifico quali sono i controlli sui movimenti bancari che può richiedere l’Agenzia delle Entrate: il saldo iniziale e finale, gli importi totali accreditati o addebitati dal conto corrente in esame e le differenti tipologie di operazioni effettuate. Il tutto a partire dai dati bancari inerenti al 2011.