Lo dice la Manovra e lo ribadisce la Fornero: addio alle pensioni di anzianità nel 2018!
Ancora pochi anni, dunque, e non sarà più possibile andare in pensione anticipata rispetto all’età di vecchiaia. “Quando ci sarà solo il sistema contributivo – ha detto il Ministro del Lavoro per il Governo Tecnico uscente – varrà solo l’età minima per l’accesso al pensionamento”.
A proposito del sistema contributivo, non possiamo di certo negare come esso sia il sistema pensionistico più conveniente e redditizio per il nostro Paese, con un risparmio previsto di quasi 4 miliardi di euro già nel 2012. “Il sovrapporsi di molte e stratificate riforme (fatte negli anni precedenti) ha portato ad un risultato non sempre “coerente e il nostro grado di libertà, a causa delle esigenze finanziarie, è stato pochissimo”!
Questo, per la precisione, il modo in cui la Fornero si è espressa sul destino delle pensioni di anzianità nel 2018!
Cosa succederà alle pensioni di anzianità nel 2018
“Le pensioni di anzianità nel 2018 non saranno ghigliottinate. Però vanno a morire. Questa sarà una naturale conseguenza della riforma!”, ha detto il Ministro ai giornalisti presenti.
L’Italia, dunque, sta muovendo i primi veri, decisivi passi verso quello che sarà il sistema pensionistico contributivo.
I notevoli risparmi prodotti dalla scomparsa delle pensioni di anzianità nel 2018
Al momento, la mancanza di fondi prevede un blocco delle indicizzazioni delle pensioni e non l’impossibilità di un testo normativo che regolarizzi per bene la scomparsa delle pensioni di anzianità nel 2018.
In ogni modo, però, al termine del 2018, è previsto un risparmio notevole pari a oltre 20 miliardi di euro (comprendendo anche gli aumenti per le aspettative di vita, infatti, dovremmo assistere a risparmi di 2,767 miliardi nel 2012, 5,968 miliardi nel 2013, 8,540 miliardi nel 2014, 20,029 miliardi nel 2018 e oltre 21 miliardi a partire dal 2019).