Il contratto affitto con riscatto rappresenta una grossa soluzione per una fetta sempre più ampia di popolazione che cerca di combattere gli effetti deprimenti della crisi economica che sta fiaccando quasi tutti i comparti della nostra vita in comune e che, ovviamente, in maniera intuibile, ha i suoi effetti anche nel settore immobiliare. A conti fatti il contratto affitto con riscatto è una fattispecie abbastanza interessante in quanto si tratta di una modalità molto valida che, almeno sulla carta e dal punto di vista squisitamente contenutistico riesce a condensare al suo interno una buona dose di pregi e di vantaggi per entrambe le parti contraenti di un contratto affitto con riscatto.
Ecco il contratto affitto con riscatto: le tipologie
Ma, come è nostra buona abitudine consolidata ormai da lungo tempo, procediamo con ordine e iniziamo a comprendere alcuni degli elementi di base che più potrebbero esserci di sostegno nel corso della nostra disanima in tema di contratto affitto con riscatto, una riflessione la nostra, a dire il vero, anche abbastanza sintetica per le ben note motivazioni di spazio. A conti fatti occorre comprendere in primo luogo che la contratto affitto con riscatto non è né l’unica modalità di affitto sui generis (c’è per esempio l’affitto transitorio o il cosiddetto buy to rent) né l più nuovo perché è formalmente descritta dalla legge già da molto tempo.
Ecco il contratto affitto con riscatto: la mensilità
La modalità principale con sui avviene il contratto affitto con riscatto è quella che, nei fatti, lo avvicina di più sia ad un vero e proprio acquisto effettuato tramite un mutuo. E ciò perché, nell’ambito di un contratto affitto con riscatto, l’inquilino paga una somma, che equivarrebbe in tutto e per tutto all’affitto, ma che in realtà gli serve ad acquistare l’immobile in questione. Il proprietario rimane tale fino all’ultima mensilità, dopo la quale, avviene per l’appunto l’acquisto. Il contratto affitto con riscatto ha una durata tra i 2 e 4 anni e una caparra molto onerosa.