Rivitalizzare un settore in crisi ed aiutare al contempo il nostro pianeta, questa la sfida legata alla riconversione degli edifici italiani in ottica “Green”. La sfida vista come un’opportunità importante per quello che era un settore trainante della nostra economia, è richiesta a gran voce da due associazioni di categoria, (la Confindustria e l’Ance) tramite una proposta da inserire nel prossimo patto di stabilità.
In un report presentato agli organi del governo nazionale, i dirigenti delle due associazioni hanno messo nero su bianco i numeri di un settore che sembra incapace di uscire dalla crisi economica: quello delle costruzioni. Negli ultimi anni, infatti, l’edilizia in Italia ha pagato un tributo molto pesante alla crisi economica, con quasi mezzo milione di posti di lavoro persi, figli di un calo d’investimenti nel settore, che tra il 2007 e il 2014 si assestano con una perdita di oltre un terzo. Il settore edilizio sconta inoltre le pesanti manovre fiscali varate dai vari governi, i provvedimenti tributari degli ultimi anni hanno, infatti, fatto lievitare la pressione fisclae sulle costruzioni, portandola a +111 % (quasi cinque volte la media europea), e facendo salire il nostro paese al terzo posto in Europa riguardo alla tassazione degli immobili.
Nella proposta presentata al governo, si è partiti da una domanda: come salvare un settore in crisi che sconta delle grosse deficienze strutturali (mancanza al credito dagli istituti bancari, alta tassazione, costi di gestione elevati). La risposta secondo i relatori della proposta è semplice e immediata. Basterebbe incoraggiare le riconversioni energetiche degli edifici esistenti. Il disegno viaggia sulla falsa riga dei bonus fiscali legati all’edilizia. Riconoscere uno sgravo fiscale a chi opera un miglioramento energetico, il progetto avrebbe un duplice scopo, riuscirebbe a dare ossigeno al settore delle costruzioni, e allo stesso tempo aiutare nella politica energetica attuata, finora solo a parole, nel nostro paese. Nelle intenzioni degli ideatori del provvedimento ci sarebbe anche un altro vantaggio, legato all’emersione del lavoro nero, e a un conseguente maggior introito legate alle indispensabili certificazioni fiscali.
I passi da seguire per il presidente dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) sono scontati. Si potrebbe iniziare dalla riconversione immediata degli edifici della pubblica amministrazione, anticipando se possibile la scadenza imposta dalla vecchia legge di stabilità di un anno, legge che punta ad avere edifici pubblici a “energia quasi zero”. In seguito si potrebbe decidere una soglia di sgravi fiscali molto alta (e comunque non inferiore del 50 % sull’Iva pagata), in modo da rendere conveniente la riconversione degli edifici privati, e spingere l’edilizia residenziale domestica sulla via del “green” spinto. Ora la palla passa al governo, dovranno essere i tecnici del ministero dell’ambiente e delle finanze a individuare i correttivi giusti, e soprattutto a individuare le risorse economiche necessarie, se questo accadesse un settore asfissiato dalla crisi potrebbe riprendere slancio, e allo stesso tempo l’ambiente potrebbe riceverne un vantaggio non indifferente.