Che sia cartacea o elettronica, una fattura non pagata diventa un problema di liquidità per aziende e professionisti.
Di fatti, le fatture non vengono sempre pagate nei tempi stabiliti e, a volte, restano addirittura insolute.
Ma come comportarsi quando il cliente non paga una fattura? Come ottenere il saldo del documento contabile? Facciamo un po’ di chiarezza.
Quando la fattura viene considerata non pagata
C’è da fare una distinzione tra una fattura non pagata e una scaduta. Quando il pagamento viene effettuato oltre il termine indicato sul documento, si parla di fattura scaduta.
Ipotizziamo di aver emesso una fattura in data 28/02/2024 con scadenza a 30 gg. Se il debitore non paga entro questo termine, siamo davanti a una fattura scaduta che però, potrebbe essere stata saldata pochi giorni dopo la scadenza.
Quindi, se il saldo avviene anche con un solo giorno di ritardo, non se ne pregiudica il pagamento.
Cosa fare in caso di fattura non pagata
Se la fattura non è stata pagata entro la data di scadenza e neanche nelle settimane successive, il creditore può iniziare a inviare solleciti informali tramite telefonate, messaggi ed e-mail.
Se il cliente continua a non pagare, allora si passa a comunicazioni ufficiali di sollecito di pagamento. Solitamente, in questo caso, è bene rivolgersi ad un avvocato per evitare errori e muoversi nel modo corretto.
Le azioni da mettere in atto sono la messa in mora o la diffida formale, inviando una raccomandata con ricevuta di ritorno o una PEC.
Nella maggior parte dei casi, il cliente provvede al pagamento della fattura, per evitare i passi successivi. Se però continua a non effettuare il saldo, è possibile procedere per via giudiziale.
Il decreto ingiuntivo
Dopo i solleciti informali e quelli formali, il creditore può muoversi tramite decreto ingiuntivo, un atto giudiziario con il quale, un giudice, impone al debitore di pagare la fattura.
Questa procedura è prevista dal Codice civile, e può essere messa in atto previa richiesta del creditore.
Per poter procedere, il creditore deve dimostrare l’esistenza del credito, fornendo tutti i documenti necessari.
La fattura è considerata una prova valida e sufficiente per dimostrare l’esistenza del credito e il mancato pagamento.
Inoltre, grazie alla fatturazione elettronica, i dati sono molto più trasparenti, soprattutto all’Agenzia delle Entrate, rendendo più semplice verificare il tutto.
Il giudice valuta la validità della documentazione e invia la notifica di ingiunzione al debitore, che ha 40 giorni di tempo per pagare la fattura.
Il debitore può ammettere l’esistenza del credito e pagare, oppure, opporsi e chiedere che l’ingiunzione venga annullata, portando il tutto in tribunale.
Esecuzione forzata e pignoramento
Se il debitore non paga nemmeno dopo il sollecito con decreto ingiuntivo, il creditore può agire tramite l’esecuzione forzata, con il pignoramento dei beni.
Prima che ciò avvenga, il debitore riceve l’atto di precetto che comunica l’intenzione di avviare la procedura, dando ulteriori 10 giorni di tempo per saldare la fattura.
Il pignoramento viene gestito dal giudice e dal tribunale. Se il debitore ignora anche questo avviso, si procede con l’esecuzione forzata.