Gli investimenti di Finmeccanica rappresentano sempre e comunque qualcosa di molto interessante per una lunga serie di ragioni: in primo luogo perché gli investimenti di Finmeccanica sono un vero e proprio prolungamento del nome, e quindi, in un certo senso, anche del brand Italia in giro per il mondo e, in secondo luogo, anche perché nella norma, gli investimenti di Finmeccanica portano ad un movimento di capitali sempre molto ingente e non trascurabile. A conti fatti c’è anche da sottolineare come nel primo dei due casi che abbiamo appena esemplificato gli investimenti di Finmeccanica, indipendentemente dalla mole della spesa, hanno anche una funzione più o meno diretta nell’ambito della determinazione delle linee di politica estera del nostro Paese.
Gli investimenti di Finmeccanica: il brand Italia
Ma, come è nostra buon abitudine consolidata ormai da lungo tempo, procediamo con ordine e iniziamo a consolidare gli elementi di base che potranno tornarci più utili e di sostegno nell’ambito della nostra disanima in merito agli investimenti di Finmeccanica in giro per il mondo. Senza dubbio i tempi d’oro di Finmeccanica non sono quelli odierni in quanto gli scandali politici e la contingenza negativa dal punto di vista finanziario al livello globale hanno rappresentano una vera e propria zavorra per gli investimenti di Finmeccanica e non solo, a dire il vero. Prova ne sia che, ad esempio, la situazione degli elicotteri in India è ancora tutta da sbloccare.
Gli investimenti di Finmeccanica: i jet in Polonia
Per quanto riguarda le novità più recenti in materia di investimenti di Finmeccanica dobbiamo spostarci in Polonia e, più segnatamene, sul terreno dell’aeronautica: ci stiamo riferendo di fatti nella fattispecie all’acquisto da parte del ministero della Difesa polacco di jet di addestramento avanzato per portare avanti un processo di riammodernamento della flotta nazionale. Le offerte pervenute al ministero della Difesa polacco erano tre: l’inglese Bae Systems, l’americana Lockheed Martin e l’iatliana Alenia Aermacchi che fa parte del gruppo Finmecanica. Ed è stata proprio l’offerta di Finemccanica, di poco inferiore ai 280 milioni di euro ad avere la meglio.