Gli stipendi in Italia sono bassissimi, talmente bassi da rendere il bel Paese uno degli ultimi in Europa in quanto a retribuzione dei lavoratori.
Eppure, da dati e indagini sembrerebbe che gli italiani lavorino davvero molto. Di certo, non così poco da meritare salari tanto esigui.
Gli stipendi in Italia e la riforma del Ministro Fornero
Secondo un’indagine Eurostat in merito agli stipendi in Italia, sembrerebbe che un lavoratore dipendente nostrano guadagnerebbe la metà di quanto guadagni un “collega” tedesco. Il bel Paese, infatti, si colloca solo al dodicesimo posto dell’Eurozona, alle spalle di Spagna, Irlanda, Cipro e, addirittura, Grecia. Peggio di noi solo il Portogallo, Malta e la Slovacchia, nazioni dall’economia notoriamente molto debole.
In un anno, un lavoratore italiano impiegato nel settore secondario o terziario guadagna esattamente la metà di un lavoratore lussemburghese e olandese (23.406 euro/anno contro, rispettivamente, 48.914 e 44412). Il Ministro del Lavoro Elsa Fornero ha commentato il dato, dichiarando che è nell’aumento della produttività che risiede la soluzione al problema. “Creare un mercato più inclusivo, aprire nuove prospettive ai giovani e alle donne ed eliminare quella flessibilità che genera precarietà sono le cose da cambiare nel mercato del Lavoro, e non perché ce lo chiedono Ocse e Fmi”.
Aumentare la crescita per incrementare gli stipendi in Italia
Sempre secondo l’indagine Eurostat che ha rivelato quanto gli stipendi in Italia siano bassi, la crescita del nostro Paese è stata negli ultimi anni davvero bassa, addirittura al di sotto della media europea. La crescita italiana, per la precisione, ammonta negli ultimi sette anni al 3,3% contro il 6,2% della Germania, il 10% della Francia, l’11% del Belgio, il 14,7% dell’Olanda, il 16,1% del Lussemburgo e, soprattutto, il 29,4% della Spagna.