Il BTP a sette anni è ancora un investimento degno di nota nell’ambito del panorama del mondo obbligazionario all’interno del nostro paese. A conti fatti non si tratta di certo del prodotto di punta nell’ambito delle strategie di allocazione settoriale dei principali fondi obbligazioni, eppure, di certo, il BTP a sette anni ha un suo appeal per quanto riguarda una ampia fetta di risparmiatori. Ovviamente, in maniera intuibile, occorre comprendere che il BTP a sette anni tendenzialmente è allocato principalmente tra i risparmiatori-investitori italiani eppure, il BTP a sette anni rimane comunque un prodotto finanziario che fa sempre la sua figura all’interno del portafoglio di molti fondi obbligazionari anche stranieri.
Il BTP a sette anni: informazioni di base
Ovviamente, in maniera intuibile, occorre comprendere che la presenza del BTP a sette anni trova la sua collocazione più adatta soprattutto in quei portafogli di fondi obbligazionari che prediligono mantenere un profilo di rischio relativamente basso. Ma, come è nostra buona abitudine consolidata ormai da lungo tempo, procediamo con ordine e iniziamo a comprendere alcuni degli elementi di base che più potrebbero esserci di aiuto e di sostegno nel corso della nostra disanima in materia di BTP a sette anni di tutto quanto vi sia più o meno strettamente collegato, una riflessione anche abbastanza sintetica ad onor del vero ma che che ci auguriamo rimanga sempre e comunque sufficientemente chiara per tutti coloro che ci leggono.
Il BTP a sette anni: l’asta di collocazione
A conti fatti, scendendo adesso di più nei particolari in tema sul BTP a sette anni, dobbiamo commentare l’asta di ieri che, per il BTP a sette anni, è stata la collocazione della quanta tranche di BTP al 1° dicembre 2021 a cedola del 2,15%. Il BTP a sette anni è siglato sul mercato delle contrattazioni con il codice Isin IT0005028003. La collocazione del BTP a sette anni nell’asta di ieri ha raggiunto un livello di collocazione pari a 2,5 miliardi di euro, rispetto al programma del ministero dell’Economia che aveva previsto una collocazione massima di 3,6 miliardi di euro complessivi.