Il doppio quinto o delega di pagamento viene solitamente presentato come un finanziamento complementare ed integrativo rispetto alla cessione del quinto. In realtà, malgrado la formula finanziaria sia la stessa, cambiando solo le proporzioni di rivalsa sulla busta paga (si può arrivare fino al 50%), il prestito delega può essere richiesto anche in luogo del quinto.
Perché chiedere il doppio quinto o delega di pagamento?
Solitamente, per la cessione del quinto vengono richiesti degli anni di anzianità contributiva minima. Ci si focalizza di meno su tale requisito con il doppio quinto, dato che si è maggiormente cautelati dalla destinazione al rimborso di una quota maggiore dello stipendio. Quindi, anche per avere importi consistenti, il doppio quinto per molti dipendenti pubblici o privati, non necessariamente con un contratto a tempo indeterminato, è più interessante della cessione del quinto.
Mentre però con la cessione del quinto basta solo la volontà di chi contrae il finanziamento, con la delega di pagamento pure il datore di lavoro deve dare il proprio assenso, affinché il lavoratore ottenga tale importo, anche perché sarà impegnato, a garanzia, o il TFR o l’accantonamento di un fondo mobilità.
Non avete un lavoro a tempo indeterminato? Non è un problema
L’importante è che il tempo di lavoro sia bastevole per coprire il finanziamento. Attenzione: la delega di pagamento non è richiedibile da pensionati ma solo da lavoratori a tempo indeterminato o determinato, pubblici e privati.
Le cessioni del quinto e del doppio quinto sono anche per protestati?
Sì, ma spesso i costi sono più alti che dei normali prestiti, per via della polizza assicurativa rischio vita e rischio impiego che incidono molto sul finanziamento, dato che il più delle volte vengono calcolate in termini di incidenza percentuale sul totale dell’importo, e non a taglio fisso. Nelle offerte più convenienti è la finanziaria che si fa carico dell’assicurazione ma tenete conto che il TAEG medio si aggira attorno al 19%.
L’altro problema è che ci si può trovare di fronte a clausole contrattuali che mettono in chiaro l’impossibilità di loro recupero, a titolo di spese future, sostenute anticipatamente, di fronte all’estinzione anticipata del prestito. Si risparmia solo sugli interessi, pagando i dietimi di competenza del periodo in cui si avvia la pratica di chiusura anticipata della delega di pagamento, ma null’alpiù. Anzi, può essere prevista una penale di estinzione anticipata pari all’1% dell’importo finanziato da rimborsare.
Prestate attenzione: la penale di estinzione anticipata non deve essere calcolata sull’intero importo finanziato ma solo sul debito residuo.
Decadenza dal beneficio dei termini e l’assicurazione non ci copre.
Con la delega di pagamento, bisogna stipulare un contratto assicurativo, a rischio impiego e premorienza.
Eppure, ci si può trovare non coperti dall’assicurazione in caso di decadenza dal beneficio dei termini. Quando si decade dal beneficio dei termini? Quando non si versano 2-3 rate del prestito. In questo caso, così come stabilisce il codice civile, il creditore può esigere il pagamento dell’intero debito residuo, se sono venute a mancare le garanzie richieste o il soggetto finanziato abbia perso il lavoro.
L’orientamento della giurisprudenza, a tal proposito, lascia spazio a margini di apertura. Non sono rari i casi in cui si è ritenuto “vessatorio”, l’esclusione della copertura assicurativa dalla protezione, in caso di decadenza dal beneficio dei termini.