Spunta anche il decreto sulle liberalizzazioni delle professioni
Sono momenti complicati e pieni di disordine quelli che sta vivendo l’Italia degli ultimi giorni. Si aspetta e si protesta. Dappertutto si minaccia lo sciopero e in tanti hanno già incrociato le braccia. Il 23 gennaio è stata infatti la volta dei tassisti, mentre da ieri e fino a venerdì a fermarsi sono stati i Tir e gli autotrasportatori. Pompe di benzina a secco, scaffali dei supermercati già quasi vuoti e tonnellate e tonnellate di merce deperibile destinata ad essere buttata. Questi, e molti altri, i disagi causati dal decreto in via di approvazione del nuovo governo tecnico capeggiato dal professor Mario Monti.
Spunta, però, un altro aspetto del decreto, quello relativo alle liberalizzazioni delle professioni.
Perché le liberalizzazioni delle professioni
Secondo il nuovo governo, le liberalizzazioni rappresenterebbero una manovra utilissima al fine di uscire dalla crisi economica in cui riversa il Paese e mettere fine a determinati monopoli, creando posti di lavoro in più e favorendo un notevole risparmio per i consumatori.
Per quanto riguarda la liberalizzazione delle professioni, invece, questi risulterebbero essere i principali punti chiave del decreto:
– i parametri minimi e massimi per i compensi potrebbero essere aboliti;
– il preventivo della prestazione è da concordare obbligatoriamente con il cliente;
– è previsto il tirocinio anche senza convenzioni durante l’ultimo anno di università;
– si fa strada l’obbligo per gli avvocati di depositare in udienza il preventivo e l’atto di conferimento dell’incarico;
– diventa obbligatorio anche informare il cliente dell’esistenza di una copertura assicurativa e di precisare quelle che sono tutte le sue caratteristiche.
Controversi, per il momento, i commenti e i pareri circa le suddette liberalizzazioni delle professioni.
Motivo di grandi discussioni, nei giorni passati, è stata inoltre un’eventuale riforma o addirittura abolizione degli Ordini.