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Il tasso floor: che cos’è?

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Il tasso floor è un’opzione economica che riguarda una lunga serie di contratti, ma che, almeno in questa sede, a noi interessa spiegare dal punto di vista dell’incidenza che il concetto di tasso floor ha per quanto riguarda i mutui. In primo luogo il tasso floor è un’opzione, vale a dire una possibilità: significa che il tasso floor non è nulla di obbligatorio ma che abbiamo a che fare con una possibilità che il più delle volte viene sancita sotto forma di clausola all’interno di un contratto.

Il tasso floor nei mutui a tasso variabile

Il caso più frequente dell’opzione del tasso floor riguarda il mondo dei mutui: nella larga maggioranza dei casi il tasso floor fa parte delle condizioni del mutuo a tasso variabile. In effetti, quando abbiamo contratto un mutuo a tasso variabile, lo abbiamo fatto per godere dei benefici di una ipotetica variazione del tasso di interesse. E la clausola del tasso floor disciplina proprio la variazione del  tasso di interesse di un mutuo variabile. In genere accade che al momento della stipula di un mutuo a tasso variabile, nell’ambito del contratto, vengano inseriti il tasso cap e il tasso floor: il primo indica il limite massimo al rialzo che il tasso di interesse non può superare, il tasso floor specifica, di contro, il tasso minimo al di sotto del quale non si può scendere (del resto “floor” in inglese significa pavimento).

Il tasso floor: il funzionamento

Il più delle volta la clausola del tasso floor è stipulata sotto forma di percentuale fissa, vale a dire di un determinato valore minimo al di sotto del quale non si può scendere. Ma, in qualche fattispecie, la clausola del tasso floor può non essere fissa, ma variabile: in tal caso la sua variazione è regolata in base alla variazione di altri parametri quali, ad esempio, il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale della BCE.

 

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