Che cos’è la moneta complementare? E come funziona?
Se avete cercato e deciso di leggere questo post, è probabilmente perché, nel corso degli ultimi tempi, avrete sentito parlare della moneta complementare e dell’eventualità, quando possibile, di ricorrere ad essa anziché a quella che, come saprete, è la nostra valuta ufficiale (l’Euro, per intenderci).
A tal proposito, per chi non sapesse con esattezza cosa sia la moneta complementare, riportiamo quanto leggiamo su Wikipedia.org nella pagina dedicata alle valute complementari.
Dunque, “Le valute complementari sono strumenti di commutazione con cui è possibile scambiare beni e servizi affiancando il denaro ufficiale (rispetto al quale sono complementari). Solitamente le valute complementari non hanno corso legale e sono accettate su base volontaria, ciò contribuisce al loro aspetto identitario, cioè al loro identificare la comunità all’interno della quale sono usate alla stregua dei vantaggi di una tessera associativa.
Un sistema di valuta complementare è infatti accettato e utilizzato all’interno di un gruppo, di una rete, di una comunità per facilitare e favorire lo scambio di merci, la circolazione di beni e servizi all’interno di quella rete sociale, rispetto al resto della comunità. […] Le valute complementari si collocano come “sistemi di accordo” all’interno di una comunità e vengono utilizzate proprio a questi fini. Esse promuovono la pianificazione a lungo termine, stimolando i partecipanti al circuito a investire in attività produttive connesse, piuttosto che nell’accumulo di denaro e incoraggiano gli scambi e la cooperazione con la propria rete di aderenze, attraverso la circolazione del bene di scambio a cui, solitamente, viene attribuito un valore etico e ideale”.
Ma come funziona la moneta complementare? Cerchiamo di scoprirlo, seppur sommariamente, nel prossimo e ultimo paragrafo del nostro articolo di oggi.
Ma come funziona la moneta complementare?
Come già annunciato nel titolo di questo post, parleremo di seguito di come funzioni la moneta complementare e di quale alternativa essa potrebbe rappresentare per coloro che, in un determinato momento, necessitano di fare un acquisto.
Ovviamente, perché sia possibile utilizzare la moneta complementare, è necessario possedere determinati requisiti ed entrare a far parte del relativo circuito.
Fatto ciò, anziché pagare con la moneta convenzionale, in questo caso l’euro, si può utilizzare, all’interno di quel circuito, la moneta complementare (spesso si baratta della merce) per acquistare ciò di cui si ha bisogno.