La riduzione della pressione fiscale è una delle questione più dibattute in campagna elettorale. Lo è da sempre, ma, in questo periodo di crisi, parlare della riduzione della pressione fiscale è ancora più importante. L’importanza della questione in merito alla riduzione della pressione fiscale è doppia: sia come argomento in grado di portare voti o di portarli via all’avversario, sia perché in Italia la riduzione della pressione fiscale è argomento fondamentale indipendentemente dalle logiche della campagna elettorale.
Gli effetti della riduzione della pressione fiscale
Quando si parla di riduzione della pressione fiscale bisogna riflettere in primo luogo sul punto di partenza, vale a dire sul fatto che la pressione fiscale in Italia è al 45%. E bisogna d’altra parte notare che gli effetti di una riduzione della pressione fiscale su occupazione e crescita sarebbero tangibilissimi. Inoltre la riduzione della pressione fiscale avrebbe effetti visibili già nel breve periodo anche in merito alla crescita del Pil. E la crescita del Pil – favorita dunque da una riduzione della pressione fiscale – avrebbe a sua volta effetto immediato sulla domanda di consumo delle famiglie italiane e sulla loro capacità di investimento.
La riduzione della pressione fiscale: oneri sociali e Irap
Facciamo qualche esempio in merito alla riduzione della pressione fiscale: secondo gli studi della società di ricerca Prometeia, la riduzione della pressione fiscale avrebbe innanzitutto la conseguenza positiva di incrementare il Pil. Nello specifico accade che la riduzione della pressione fiscale attraverso una decisa riduzione degli oneri sociali prima, dell’Irap poi, e solo infine di Irpef e Imu porterebbe alla crescita dei un punto percentuale del Pil. Quindi riduzione della pressione fiscale attraverso riduzione degli oneri sociali e di Irap in primo luogo, per poi, volendo, passare a tagli su Irpef e Imu.