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La soluzione alla crisi: rigore nei bilanci

rigore nei bilanci

Assoluto rigore nei bilanci. Queste, le parole pronunciate senza indugi da Angela Merkel e da Jean-Claude Trichet, ex Presidente della Bce.
Al fine di uscire dalla tanto spaventosa crisi che ormai da troppo tempo attanaglia tutta l’Europa, infatti, i vertici mondiali non hanno dubbi: riforme strutturali, nuovo mercato del lavoro e liberalizzazioni.
Il rigore nei bilanci, insomma, deve essere completamente mantenuto e rispettato e la strada intrapresa (compresa quella sulla quale viaggia l’Italia di Mario Monti) non deve essere abbandonata.
Nessuno molli, dunque, nessuno abbassi il tiro.

Il rigore nei bilanci parte dall’azione dei governi

Prima ancora che attraverso l’intervento della Bce o, nella peggiore delle ipotesi, attraverso un’iniziativa sugli Eurobond, a detta della Merkel sono i governi i primi da cui dipende la sorte dell’Europa.
Essi soltanto, infatti, possono intraprendere, perpetrando ancora un assoluto rigore nei bilanci, la strada del cambiamento. L’unica possibilità di crescita, dice infatti il cancelliere tedesco, viene dalle riforme strutturali, che sono “ragionevoli, importanti, necessarie”. Al contrario, invece, contrarre debiti si rivelerebbe assolutamente dannoso e pericoloso.
Senza severità e rigore nei bilanci, per concludere, la fine della crisi potrebbe rivelarsi ancora lontana.

Anche per Mario Draghi la parola d’ordine è: rigore nei bilanci

Anche per Mario Draghi la parola d’ordine per uscire dalla crisi economica è: rigore nei bilanci. Netto NO ad alcuna delle iniziative possibili sugli eurobond ma, piuttosto, riforme strutturali ancor “più ambiziose”. Obiettivo primario, dice la Bce, è “rafforzare la concorrenza nei mercati dei beni e servizi e riuscire in un aggiustamento salariale e nell’occupazionale delle imprese».

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