Spesso si parla di aumento delle tasse locali come forma di provocazione da un lato, come insoddisfazione di cittadini e contribuenti dall’altro, o, ancora, come manifesto propagandistico di un qualche leader a turno. Questa volta, però, a parlare di aumento delle tasse locali non si sbaglia. Infatti, questa volta, è una fonte ufficiale, potremmo dire la font ufficiale per eccellenza, a parlare di aumento delle tasse locali, vale a dire l’Istat.
L’aumento delle tasse locali: + 30% in 10 anni
Lo studio dell’Istat in merito all’aumento delle tasse locali non lascia adito ad interpretazioni perché è chiarissimo: nel periodo di riferimento inquadrato nell’ultimo decennio, l’aumento delle tasse locali è stato, in media, pari al 32,2%. Nell’ambito di questo studio Istat sull’aumento delle tasse locali, è bene comprendere che vengono eliminate nel calcolo tutte le differenze tra tasse regionali, comunali, provinciali o di altro genere. C’è anche da sottolineare come l’aumento delle tasse locali è schizzato del 5% solo nel corso dell’ultimo anno.
L’aumento delle tasse locali: fenomeno continuo
Abbiamo rilevato dallo studio Istat che l’aumento delle tasse locali si è attestato su poco più del 30% per quanto riguarda l’ultimo decennio, ma sarebbe un errore pensare ad un aumento costante ed uniforme nel periodo di riferimento. Ad esempio è interessante notare come l’aumento delle tasse locali si sia fermato nel 2008 e nel 2009, anni questi, in cui i tributi locali in media sono anche diminuiti. Fermo restando poi il nuovo aumento delle tasse locali a partire dall’anno successivo, vale a dire dal 2010: un aumento costante ed uniforme fino al balzo in avanti dell’aumento delle tasse locali registrato l’anno scorso con un +5%.