Le difficoltà per l’euro e per le istituzioni comunitarie non hanno superato il burrone, anzi, secondo l’illustre economista Bernard Connolly, il periodo più buio per quanto riguarda le difficoltà per l’euro e per le istituzioni comunitarie deve ancora arrivare. O meglio, ci siamo nel bel mezzo, ma non per questo possiamo affermare di aver superato gli ostacoli peggiori nell’ambito delle difficoltà per l’euro e per le istituzioni comunitarie.
Le difficoltà per l’euro e per le istituzioni comunitarie: approccio sbagliato
A conti fatti il primo problema con cui bisogna fare i conti dal punto di vista delle difficoltà per l’euro e per le istituzioni comunitarie è quello di un approccio errato da parte della classe dirigente europea, sia attiva al livello comunitario che al livello dei principali Paesi dell’Eurozona. Che significa approccio sbagliato nelle difficoltà per l’euro e per le istituzioni comunitarie? Significa che la classe dirigente pensa di aver già superato il momento più basso e, quindi, di conseguenze, non si preoccupa delle politiche di rilancio per le famiglie come aveva fatto, o in qualche caso, come aveva provato a fare nel corso degli scorsi mesi estivi.
Le difficoltà per l’euro e per le istituzioni comunitarie: il contagio
Ma una delle fonti di preoccupazione ancor più rilevante nell’ambito delle difficoltà per l’euro e per le istituzioni comunitarie consiste nel pericolo contagio: significa che, mettendo anche tra parentesi la situazione di Paesi dell’Eurozona già disastrati come la Grecia e ascrivendo questa a quelle difficoltà per l’euro e per le istituzioni comunitarie ataviche, il problema nasce perché si sta indebolendo la situazione economica di Paesi fino a pochi mesi fa giudicati inattaccabili come, ad esempio, la Francia.