Alla fine le stime di CONFINDUSTRIA potrebbero confermare la crescita della pressione fiscale ai livelli più alti di sempre, il 44,8 per cento. Le manovre di luglio ed agosto infatti porteranno nel 2012 introiti per 4 miliardi di euro, nel 2013 per 16 miliardi di euro ed infine nel 2014 introiti per 20 miliardi di euro attraverso un taglio delle agevolazioni fiscali e previdenziali.
Le tax expenditures, e cioè le agevolazioni fiscali che riguardano sia famiglie che imprese sono oltre 600 ed assicurano risparmi fiscali per oltre 164 miliardi di euro. Se come previsto dalle recenti manovre s i opereranno i tagli previsti ( e cioè il 5 per cento nel 2012 ed il 20 per cento nel 2013) insieme ad altri interventi nel campo delle imposte indirette si arriverà ad una pressione fiscale del 44,1 per cento già nel 2012 in aumento rispetto al 43, 8 per cento che il documento economico finanziario che attualmente è in discussione in Parlamento ha pronosticato.
Alla fine sia nel 2013 che nel 2014 la pressione arriverà al 44,8 per cento, il dato più alto di sempre ( più alto anche del periodo pre euro in cui Prodi aumentò la tassazione per fare in modo che l’ Italia rientrasse nei parametri imposti dalla Comunità europea. Infatti nel 1996 l’allora governo prodi introdusse l’eurotasse che venne raddoppiata come importo nel 1997). Le entrate finali supereranno gli 860 miliardi di euro ed un puntuale dossier elaborato dai tecnici del ministero del Tesoro riporta nel dettaglio come saranno distribuiti i conti sia relativi alle entrate che relativi alle uscite per i prossimi anni. In particolare la tabella unita al documento economico finanziario riporta che il capitolo delle agevolazioni fiscali dovrebbe produrre, grazie al combinato disposto delle ultime due manovre, dovrebbe portare nelle casse dell’erario circa 59 miliardi di euro, e che la pressione fiscale dovrebbe essere leggermente al di sotto di quanto preventivato dall’ufficio studio dell’associazione industriali.
Tale ammontare dovrebbe essere garantito dalla introduzione della clausola di salvaguardia ( e cioè una mini riforma che prevede l’istituzione di sole tre aliquote irpef cioè 20, 30 e 40 per cento) oppure con il taglio lineare di tutto l’impianto delle agevolazioni fiscali ( che ammontano ad oltre 600 voci). Tuttavia occorre ribadire che per effettuare la riforma del fisco , definita come clausola di salvaguardia, occorre un consenso abbastanza ampio ed un clima politico disteso, tutte condizioni che allo stato attuale non è facile che vi siano. Infatti la riforma del fisco è sempre sul tavolo dei rappresentanti dell’esecutivo, ma una applicazione non pare facile da attuare, in quanto attualmente il governo è alle prese con altri problemi. Potrebbe essere allora il taglio lineare delle agevolazioni potrebbe essere la situazione che permette di assicurare l’incasso previsto.
Altro capitolo destinato a creare una discreta massa imponibile per l’erario è l’imposta sostitutiva che dovrà essere pagata per il riallineamento dei bilanci in relazione alle nuove disposizioni Ias. La previsione inizialmente era di circa 378 milioni di euro derivante dal pagamento di una imposta sostitutiva del 16 per cento ( come contenuto nel decreto economico finanziario). La nota di aggiornamento presentata adesso in Parlamento invece indica che il gettito derivante dall’applicazione dall’imposta sostituiva sarà invece di 1,78 miliardi di euro, di cui 1,74 miliardi derivano dal riallineamento dei bilanci alle norme Ias. E’ possibile che il riallineamento possa essere realizzato anche grazie al pagamento di una imposta sostitutiva di circa il 16 per cento per quanto riguarda le divergenze che emergono in sede fusione, scissione e conferimenti d’azienda.
A conti fatti quindi la pressione fiscale italiana si conferma tra le più alte d’europa, ed alla fine il nostro paese si colloca solo dietro Francia ed Austria in termini di pressione fiscale.