L’argomento “pensioni” è senza dubbio il tasto più dolente della nuova gestione firmata Monti. Polemiche continue e commenti impietosi non hanno lasciato tregua neanche un istante al governo tecnico appena insidiatosi.
Fino a qualche mese fa, infatti, i requisiti per andare in pensione erano determinati o dall’età anagrafica o dal numero degli anni di contributi versati, e si parlava rispettivamente di pensione di vecchiaia e di pensione di anzianità). Tra le novità apportate invece dal prof. Mario Monti, una, molto significativa, riguarda l’età pensionabile dei dipendenti pubblici e, al fine di non deludere le forti richieste provenienti da Bruxelles, anche quella che riguarda l’età pensionabile delle donne, equiparata all’età dei colleghi uomini.
Novità riguardo l’età pensionabile dei dipendenti pubblici
Se l’età pensionabile è sempre stata di 60 anni per le donne e 65 per gli uomini, adesso, a fronte comunque di 20 anni di contributi versati, le cose sono cambiate. L’età pensionabile dei dipendenti pubblici infatti sarà di 66 anni, sia per le donne che per gli uomini e, entro il 2021, di 67 anni e 2 mesi (con la possibilità di subire modifiche ogni due anni).
Per andare in pensione prima della vecchiaia, l’unica speranza sarà usufruire della pensione anticipata, che prevede però una decurtazione dell’importo mensile. Abolite, invece, le finestre d’uscita e le finestre mobili.
L’età pensionabile dei dipendenti pubblici di sesso femminile
Le pressioni da Bruxelles sono state chiare, e non poco decisive, per la firma di quello che è stato il testo appena approvato dal Consiglio dei Ministri.
L’età pensionabile dei dipendenti pubblici, siano essi uomini o donne, deve essere la stessa. E’ prevista però una clausola particolare per le dipendenti pubbliche che matureranno entro il 31 dicembre 2011 i requisiti giusti per andare in pensione .