Con la recente elezione del Presidente del Senato Piero Grasso e del Presidente della Camera Laura Boldrini, si è tornato a parlare in maniera consistente di tagli alla politica.
Entrambi i nuovi eletti, infatti, hanno annunciato un impegno forte e determinante nella lotta a degli sprechi che, a paragone con gli altri Paesi europei, fanno dell’Italia uno dei Paesi maggiormente “generoso” nei confronti dei suoi politici.
Nei dettagli, da quanto emerge da un documento elaborato dall’Istituto Bruno Leoni, i tagli alla politica che potrebbero essere applicati ma risultano ancora “latitanti” ammonterebbero a ben 15 miliardi di euro.
Sprechi e tagli alla politica
Ovviamente, quando si parla di tagli alla politica non si devono intendere solamente gli stipendi e le agevolazioni dei parlamentari, ma anche gli sprechi che ogni giorno coinvolgono la gestione delle pubbliche amministrazioni. Complessivamente, del resto, lo Stato costa agli italiani ben 39 miliardi di euro e ciò, se non si applicano al più presto i summenzionati tagli alla politica, risulta essere un’esagerazione decisamente allarmante.
Dove intervenire nell’applicare i tagli alla politica
Considerando quanto avviene attualmente in Europa, i tagli alla politica in Italia risultano essere davvero urgenti! Al momento, infatti, solo la Germania costa ai suoi cittadini più di quanto costi l’Italia (solo il Parlamento costa circa 1,6 miliardi di euro, mentre il Quirinale ha un numero esageratamente alto, praticamente il doppio, se paragonato all’Eliseo).
Una parte sostanziale dei tagli alla politica, però, dovrebbero riguardare la pubblica amministrazione. Per la precisione, infatti, Regioni, Province e Comuni costano circa 12 miliardi di euro! Una cifra non da poco!