Se si possiede un terreno, oppure si ha intenzione di acquistarlo, è bene essere informati sulle tasse che bisogna pagare. Infatti, il terreno è un bene immobile dal valore che potrebbe aumentare nel tempo, e costituire quindi un investimento redditizio.
Pertanto, prima di procedere con l’acquisto di un terreno agricolo o non è essenziale informarsi su quali sono le tasse da dover versare nelle casse dello Stato di anno in anno.
Quali sono le tasse da pagare?
Per quanto concerne i terreni agricoli le tasse da pagare, anche in caso di compravendita, variano a seconda della legislazione fiscale.
Occorre consultare l’autorità fiscale locale oppure un professionista del settore al fine di avere un quadro preciso di quali sono le tasse da dover pagare relativamente ad un terreno che si trova in una precisa posizione geografica.
Un dato utile che permette di comprendere qual è la natura del fondo è il CDU (Certificato di Destinazione Urbanistica) rilasciato dal Comune. Esso, infatti, indica qual è la natura del fondo, se agricola oppure edilizia (ovvero sopra il quale è possibile edificare).
Ovviamente tutto ciò va ad incidere sulle tasse da dover pagare nel tempo, oltre che all’atto di acquisto del bene stesso. Ecco una serie di tasse da pagare sui terreni:
- Imposta fondiaria: si tratta, in parole povere, di un’imposta basata sul valore del terreno e può essere calcolata di anno in anno oppure a interventi regolari stabiliti dalle autorità fiscali locali;
- Imposta reddito agricolo: ove il terreno venga usato per scopi agricoli e genera un reddito, sarà necessario pagare la presente imposta. L’entità dell’imposta sul reddito agricolo varia in base al netto derivante dalle attività agricole svolte;
- Tassa sull’attività commerciale: nel caso in cui sul terreno venga svolta attività commerciale, come ad esempio l’apertura di un agriturismo;
- Tassa di registro e di trasferimento: tali tasse assumono rilevanza al momento del rogito notarile, ovvero, quando si procede all’acquisto del fondo;
- Tasse locali e regionali: in base alle località potrebbero essere previste tasse o imposte specifiche per i terreni agricoli (o non agricoli);
- Imposte sule costruzioni: nel caso in cui sul terreno siano presenti delle strutture oppure edifici, potrebbe essere dovuta allo Stato anche un’imposta su tali immobili, anche nel caso in cui siano destinati a scopi agricoli (si pensi ad esempio ad una cantina dove viene custodito il vino prodotto oppure la stalla dove dormono gli animali).
Tassa sui terreni incolti
Si tratta di una tassa particolare prevista per i terreni agricoli incolti. Il valore di tale tassa può variare e probabilmente il suo fine è quello di incoraggiare i proprietari dei fondi di coltivarli oppure di usare il terreno in modo produttivo, anziché lasciarlo incolto e in balia di se stesso.
Un modo intelligente per evitare tale tassa potrebbe essere quello di dare in gestione il fondo a terzi, ad esempio dandolo in usufrutto.
Quanto si paga di IMU?
L’imposta municipale propria (IMU) è una tassa correlata al possesso del terreno agricolo, che va pagata in due volte: l’acconto entro il 16 giugno ed il saldo entro il 16 dicembre.
L’IMU sui terreni agricoli, inclusi quelli non coltivati, si calcola mediamente sul reddito dominicale rivalutato del 25%, moltiplicato per 135.
Questo valore viene tassato con un’aliquota standard dello 0,76%, anche se questa percentuale può variare leggermente tra i Comuni (generalmente oscillando tra lo 0,46% e l’1,06%).
Ci sono, però, delle eccezioni: sono esenti dall’IMU i terreni di imprenditori agricoli e coltivatori diretti, iscritti alla previdenza agricola e con utilizzo agro-silvo-pastorale, silvicoltura, funghicoltura e allevamento di animali.
L’esenzione si applica anche ai terreni agricoli con destinazione agro-silvo-pastorale a proprietà collettiva indivisibile e inusucapibile, situati nelle isole minori.