Sono tanti i giovani che ricevono proposte di stage formativi dalle aziende, al termine del loro percorso di studi, un modo per iniziare ad immettersi nel mondo del lavoro. Ma chi fa stage formativo ha diritto alla NASPI, ovvero, alla disoccupazione?
È una domanda frequente tra i ragazzi che si vedono arrivare la proposta e non sanno se accettarla o aspettare direttamente un’offerta di lavoro. Ma vediamo di capire di più su come funziona lo stage formativo e quali sono i diritti che spettano al termine del contratto.
Come funziona uno stage formativo
Lo stage formativo è un’opportunità spesso data a uno studente o un neolaureato, che lavora temporaneamente presso un’organizzazione o un’azienda per acquisire esperienza pratica e competenze specifiche nel proprio campo di studio o interesse. Durante lo stage, la persona viene coinvolta in attività e progetti pertinenti alla sua area di studio o alla professione che sta cercando di sviluppare.
Solitamente, uno stage formativo è di durata limitata, può essere retribuito o non retribuito, ed essere richiesto come parte di un curriculum accademico o svolto volontariamente per acquisire esperienza professionale. Alla fine del percorso, si può avere una valutazione delle prestazioni e la possibilità di ottenere raccomandazioni o contatti utili per future opportunità di carriera.
Caratteristiche dello stage o tirocinio formativo
Il tirocinio formativo deve indicare durata, orario, obiettivi dello stesso e obblighi del tirocinante, che deve anche essere assicurato presso l’INAL per gli infortuni sul lavoro. Anche se la persona viene inserita in una realtà lavorativa, il tirocinio non è inquadrato come rapporto di lavoro subordinato o parasubordinato, ma come rapporto temporaneo con finalità di acquisizione delle competenze necessarie.
Per questo motivo, chi fa tirocinio non si vede accreditati contributi INPS, ma può ricevere un importo di 300 euro lordi che non vengono calcolati ai fini previdenziali. Si tratta della cifra minima, in base alla regione di appartenenza, è possibile ricevere cifre più alte.
La NASPI spetta ai tirocinanti?
La NASPI è nata nel 2014 ed è un’indennità di disoccupazione per i lavoratori dipendenti che hanno perso il lavoro involontariamente. Ad esempio per:
- Fine contratto di lavoro
- Licenziamento
- Crisi dell’azienda
- Dimissioni giusta causa
Per poterne beneficiare bisogna avere almeno 13 settimane di contributi accreditati negli ultimi 4 anni. Mentre si percepisce la NASPI spetta l’accredito dei contributi figurati INPS.
Lo stagista o tirocinante non si vede versare contributi previdenziali dal datore di lavoro, nemmeno quelli per il finanziamento della NASPI. Per questa ragione, concluso il tirocinio, la disoccupazione non spetta.
Se invece una persona già beneficiaria della NASPI comincia un tirocinio o stage professionale, o ottiene sovvenzioni per studio o avviamento alla professione, può continuare a percepire la disoccupazione, poiché non c’è nessuna attività lavorativa retribuita.
Nel caso in cui, si riceva una borsa di studio o un assegno per la ricerca, la NASPI viene ridotta in proporzione a quanto si percepisce, perché inquadrati come attività assimilata al lavoro. In questo caso, non si ha più diritto alla disoccupazione se da queste attività si supera la soglia totale di 8.145 euro all’anno.