Obbligazioni bancarie garantite dallo stato italiano

obbligazioni bancarie garantite dallo stato italianoObbligazioni bancarie garantite dallo Stato italiano: in questo periodo di crisi è difficile investire, ma per chi intende ottenere un rendimento certo esistono le alternative alle classiche azioni in Borsa. Parliamo delle obbligazioni bancarie garantite dallo Stato italiano, ovvero i titoli che consentono all’Italia di rimanere in piedi. Con le agenzie di rating che vedevano l’Italia sull’orlo del baratro, oggi investire nei nostri titoli conviene ancora di più in termini di rendimento. Vediamo nei dettagli quali sono le obbligazioni bancarie garantite dallo Stato italiano e come è possibile investire ottenendo un rendimento certo e costante nel tempo.

Investire in Tunisia

investire in TunisiaInvestire in Tunisia oggi conviene. Con la Primavera Araba, sono tantissime le opportunità di investimento in questo Paese estero: la voglia di ricominciare si sente in ogni piccolo gesto. Investire in Tunisia significa localizzare le proprie aziende con una domanda in costante crescita rispetto alla crisi economica dei Paesi europei come l’Italia. In più, la Tunisia è un crocevia di culture e di mercati: affacciarsi sul Mediterraneo e trovarsi in un mercato protetto dagli spread sono già due ottimi motivi per investire in Tunisia.

Check list cantiere

check list cantiereCheck list cantiere: opportunità di investimento e di innovazione in settori chiave come l’edilizia in Italia. Infatti, si tratta di settori che hanno subìto di più la crisi economica e che hanno molta difficoltà a mantenere i propri posti di lavoro, in uno stato in cui la crisi del lavoro impedisce reali opportunità lavoro per i giovani disoccupati. Settori chiave come l’edilizia, però, non sono soggetti solo alla crisi economica e alla crisi del lavoro, ma anche a fenomeni di evasione e di lavoro nero. Per questo, il Governo, utilizzando la grande esperienza dell’ingegnere M. Grandi di Verbania, ha stilato una check list cantiere con le società più affidabili in settori come l’edilizia attraverso seri criteri di valutazione.

Produzione petrolio in Sicilia

produzione petrolio in SiciliaProduzione petrolio in Sicilia: una fonte di energia non rinnovabile presente in Italia, ma sconosciuta ai più per la crisi energetica nel nostro Paese. La produzione petrolio in Sicilia non avviene nelle zone nell’entroterra, ma nel mare di fronte al territorio: l’estrazione è un investimento crescente e notevolmente redditizio, per una forma di energia non rinnovabile, ma che resta la preferita nel sistema produttivo in Italia. Ogni anno, la produzione petrolio in Sicilia permette di rientrare nell’investimento grazie a 600000 tonnellate di Petrolio greggio, il 15% del fabbisogno di energia in Italia. Il Petrolio ha consentito lo sviluppo di diverse industrie nel settore dell’energia, ma la risorsa è ad oggi poco utilizzata, con una royalty per il territorio regionale davvero ridicola per il rendimento della produzione petrolio in Sicilia.

I dividendi 2012 Eni

dividendi 2012 eniI dividendi 2012 Eni, come per molte società quotate in borsa, vengono erogati in due soluzioni, la prima delle quali è stata erogata in questi giorni ed è pari a 0,52 centesimi di euro per ognuna delle obbligazioni Eni 2011 acquistate nell’ultima emissione di titoli Eni in borsa. Per dividendo si intende l’utile che ha una società quotata in borsa e che viene distribuito in maniera uniforme a tutti gli azionisti che hanno acquistato i titoli di quella società. In più, il consiglio di amministrazione della società può decidere anche di reinvestire i dividendi o di distribuirli in anticipo basandosi su stime del Mercato. In questo caso, Eni ha deciso di erogare i dividendi 2012 Eni agli investitori che hanno finanziato la società con le obbligazioni Eni 2011, per fidelizzarli.

Ecco come si arriva allo spread ai massimi

spread ai massimiLo spread ai massimi è il risultato di una politica fatta su mancati accordi tra le parti, tra l’ue e la BCE che ci chiedono risposte e un Governo che non è capace di darne, in un eterno botta e risposta senza senso. Lo spread ai massimi, in realtà, non è una novità: il Mercato finanziario ci aveva già chiesto delle prospettive o delle riforme strutturali e gli indici erano diventati anche la prima pagina di telegiornali e quotidiani. Ora che lo spread ai massimi è una realtà, l’europa si dichiara preoccupata almeno per due motivi:

Il rapporto debito pil in Italia

rapporto debito pil in ItaliaLa situazione economica in italia dipende da diversi fattori, primo tra tutti il rapporto tra quanto si produce nello stato (il cosiddetto pil) e il debito accumulato negli anni passati, un rapporto che oggi è al 120% (in Grecia è del 160%). Questo rapporto debito pil in Italia ci costringe a cercare sempre più soldi per pagare i tassi di interesse crescente, attraverso tagli, aumento della pressione fiscale e l’emissione di nuovi titoli di stato pur di salvare la nostra Economia (meno gettonata l’ipotesi delle liberalizzazioni, cioè  della vendita degli immobili statali per pagare parte del debito e ridurre così la percentuale del rapporto debito pil in Italia).