Ciò che piace alquanto della riforma che si prospetta (e chiaramente i dissapori si creano sempre sul rincaro delle aliquote: la nuova aliquota dei minimi passerà dal 5 al 15% con abolizione dei minimi e l’entrata a regime del forfetario) è il fatto che comincia, seppur parzialmente, a cambiare il criterio di determinazione degli oneri degli autonomi verso il fisco. Si è parlato spesso di evasione fiscale ma d’altronde molte sono state le critiche, dalla parte dei professionisti autonomi e degli imprenditori, opposte alla “presunzione” di ricavo che non implica assolutamente un effettivo flusso monetario nelle tasche di chi deve pagare. Con ciò la crisi del “non posso pagare” e la ricerca, attraverso autodichiarazioni, opportunità concesse dalla legge di deducibilità e detraibilità fiscale, i modi per riuscire ad onorare il proprio debito con il fisco.
Si comincia a respirare aria di cambiamento, dal momento che verrà introdotto con le modifiche del sistema fiscale un nuovo principio che non dovrebbe “fare a botte” con l’effettiva (e non presunta) capacità contributiva: ognuno paga le tasse sui corrispettivi realmente incassati. Tale sarà la nuova regola alla base del nuovo regime semplificato di natura sperimentale che è la grande novità di quest’anno.
C’è sempre aria di polemica quando si tocca il versante fiscale, tanto caro per la beneamata Italia ma vediamo quali sono le nuove “rivoluzioni” che sembra stiano cominciando a preparare terreno di “approdo”.