Uscire dalla crisi: al momento sembrano delle parole così azzardate che sembrano certamente poco veritiere, ma ci sono degli esempi che ci possono dare la forza e la consapevolezza di cambiare le cose, come ad esempio quello di Yataro Iwasaki.
Ad un primo sguardo, si tratta di una persona che può risultare sconosciuta ai più, ma in realtà rappresenta un vero e proprio esempio di forza e di umiltà. Iwasaki ha fondato la Mitsubishi ed è diventato uno dei più importanti manager di import-export di tutto il Giappone, partendo praticamente dal nulla.
Tre sono i principi base del pensiero di Iwasaki: responsabilità rispetto alla società, integrità e lealtà, conoscenza delle varie popolazioni e delle diverse culture mediante il commercio.
Si tratta di tre cardini da cui si potrebbe far ripartire uno stato toccato dalla crisi: dopo una piccola ricerca su Google delle parole “come uscire dalla crisi”, si sono ben presentate ben sei soluzioni.
Uscire dalla crisi: alcune risposte dal web
Si parte dal caso islandese: il mancato rimborso degli hedge fund mondiali (protagonisti delle speculazioni sulle banche locali) nel 2008, con il paese sul baratro finanziario, venne utilizzato per aiutare i cittadini che avevano difficoltà dal punto di vista economico. E i cittadini dell’Islanda sono la metà di quelli di Palermo, tanto per dire.
Un’altra situazione connessa a “come uscire dalla crisi” è il modello Tokyo: la strada scelta ha previsto diverse scelte radicali, come una politica fiscale molto flessibile, una politica monetaria a dir poco coraggiosa, la promozione degli investimenti con incentivi vari, aumento dell’esportazione, minore pressione fiscale, meno burocrazia per tutti.
Passiamo al modello Keynes: secondo questo storico economico, se Pil ed occupazione sono legati alla domanda, allora c’è qualcuno che deve aumentare la spesa per fare in modo di assorbire la produzione in eccesso, cercando di spingere le imprese ad una maggiore produzione.
Dal marxismo arrivano anche altre soluzioni, come ad esempio delle regole drastiche sulla gestione dei lavoratori, oltre all’espropriazione delle aziende per evitare fallimenti e decentramento, lottando per la gestione corretta dell’economia.
La ricetta di Gutgeld dà altre utili informazioni su come si potrebbe uscire dalla crisi: il primo obiettivo dovrebbe essere quello di fare in modo che la BCE operi davvero come una banca centrale, senza dimenticare la riduzione della spesa pubblica per limitare l’evasione fiscale, abbassare i costi dell’assicurazione auto e dell’energia, gestendo in modo più sensato e determinato i soldi pubblici, cercando al contempo di riprogrammare dei fondi di investimento che possano risollevare le imprese in difficoltà.
Uscire dalla crisi: si dovrebbe ripartire davvero dalla famiglia
Infine, gli investimenti sulla rete rappresentano un’altra mossa che potrebbe aiutare ad uscire dalla crisi, come dimostra il caso Pasotti Ombrelli: dal nulla (un garage) si è passati ad un’azienda che esporti ombrelli praticamente in tutto il pianeta, mentre adesso tutti i negozianti e i marchi italiani acquistano sempre più prodotti dalla Cina.
Uscire dalla crisi è possibile, ma ricordiamo come l’UE stia iniziando a perdere qualche colpo e non è solamente l’Italia impantanata: in realtà, però, una vera strategia dovrebbe partire dal nucleo familiare, che è la prima vera e propria azienda da cui ripartire per affrontare la crisi.