Violazione della privacy: tema che infiamma i TG per il Datagate. Quando parliamo di violazione della privacy? Come possiamo difenderci dal Garante?
Violazione della privacy: un aiuto dal Garante
La violazione della privacy si manifesta quando un soggetto diffonde, senza il consenso dell’interessato, i dati personali di una persona. A seguito della diffusione di questi dati, il danneggiato può ricevere proposte pubblicitarie non richieste, oppure, nei casi più gravi, veri e propri furti di identità.
Una sentenza che ha fatto giurisprudenza è la 8451 del 2012: in quella sentenza, la Corte di Cassazione si pronunciava sul comportamento di una banca, che aveva usato i dati di un cliente per contattare la madre e intimarle di pagare il debito al posto del figlio. La donna non sapeva niente e aveva smesso di aiutare economicamente il figlio, con conseguenti danni.
Come è andata a finire? Il figlio ha chiesto ed ottenuto il risarcimento: la violazione della privacy consisteva nell’aver informato la madre senza consenso del figlio e il danno causato da questo atteggiamento equivoco della banca.
Nelle cause sulla violazione della privacy è importante dimostrare che:
– I dati siano stati utilizzati senza consenso del cittadino;
– I dati siano stati indebitamente diffusi a terzi;
– Ci sia un nesso di causalità tra il danno e la diffusione della notizia.
Nel nostro caso, i dati erano stati presi dalla banca come se non ci fosse un domani, la banca aveva poi detto tutto alla madre e questo fatto ha poi portato la donna a danneggiare il figlio. Ricordiamo, che per la violazione della privacy, basta presentare istanza al Garante con i documenti che attestano il danno e la consulenza di un avvocato.
La violazione della privacy è un reato!
La violazione della privacy non è un fatto da trascurare: per tutelarsi, fate attenzione alle diciture che dicono “Accetto i termini e le condizioni del servizio” (spesso c’è sulla privacy il consenso a diffondere i propri dati) e a ciò che pubblicate sui social network.