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Le novità sulla riforma del lavoro

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La riforma del lavoro ad opera del Governo andrà avanti anche senza l’appoggio politico dei partiti di qualsiasi colore. In sintesi, è questo il pensiero di Elsa Fornero, l’attuale ministro del Lavoro. Se i partiti politici non verranno a più miti consigli, la riforma del lavoro sarà comunque attuata. Ma in quali cambiamenti si articola la riforma?

La riforma del lavoro e l’Articolo 18

Tra le varie modifiche della riforma del lavoro, a cui stanno lavorando il governo tecnico di Mario Monti e il dicastero di Elsa Fornero, quella sull’Articolo 18 non riesce a trovare un accordo tra Governo, sindacati e lavoratori. Secondo quanto disposto da tale articolo, il licenziamento senza un motivo valido (altresì definito “senza giusta causa”) può essere contestato dal lavoratore, che avrà diritto al reintegro in azienda o a un risarcimento.

Per il Ministro del Lavoro, l’Articolo 18 non va eliminato ma “semplicemente” modificato: in altre parole, il lavoratore che perde il lavoro per licenziamento senza giusta causa non avrà più diritto a scegliere tra il reintegro e l’indennizzo ma potrà ricevere solo il risarcimento economico. Tale manovra dovrebbe rappresentare, a detta del Governo, un nuovo strumento per sbloccare il mercato del lavoro italiano.

L’Articolo 18, secondo il premier Mario Monti, è indispensabile per dare modo ai giovani di entrare a far parte del mondo del lavoro ed evitare di scoraggiare gli investitori esteri ad impiegare i propri capitali in imprese italiane.

Altre modifiche della riforma del lavoro

L’Articolo 18 non è l’unica modifica che viene proposta dal governo al parlamento per la riforma del lavoro. Un’altra novità nella riforma è il nuovo concetto di “Cassa integrazione”: non ci sarà più alcuna distinzione tra cassa integrazione ordinaria e straordinaria e l’applicazione della nuova cassa integrazione riguarda tutti i lavoratori indistintamente. Le modifiche della riforma del lavoro che riguardano la cassa integrazione consistono anche nell’abolizione della “cassa integrazione in deroga”, che negli ultimi tempi rappresentava l’ultima chance prima del licenziamento dei lavoratori.

La riforma del lavoro modificherà anche la mobilità: il sussidio che viene concesso ai dipendenti alla ricerca di un nuovo posto di lavoro aveva durata variabile fino all’anno scorso. Con la nuova riforma del lavoro, tale durata viene ridotta a tre anni, sud d’Italia compreso.

Infine, a fronte delle modifiche che potrebbero essere apportate all’Articolo 18, viene introdotto come possibile ammortizzatore sociale il salario garantito, che riuscirebbe a tutelare le piccole imprese qualora queste non venissero equiparate a medie e grandi imprese.

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