La crisi, si sa, fa decisamente paura. E per chi vive ogni giorno di pane e finanza, forse, lo spavento si avverte ancora di più.
E’ per questi motivi, e per far sì che vadano a rotoli meno cose possibile, diverse sono le misure di emergenza per le banche messe in atto dall’Europa.
Del resto, sembrerebbe essere di ben 19 miliardi di euro almeno il fabbisogno in più di cui si strettamente necessita.
Vediamo di seguito, dunque, quali sono le prime misure di emergenza per le banche di cui si sta discutendo proprio in questi giorni.
Bankia ci mette una “pezza”: le prime misure di emergenza per le banche
Una delle prime misure di emergenza per le banche si era ipotizzata essere l’eventualità che Bankia Bankia utilizzasse i fondi pubblici reperiti attraverso l’aumento di capitale al fine di acquistare titoli pubblici da utilizzare come garanzia per fornire la possibilità di prestiti alla Bce.
Una buona idea?A detta di molti, un vero e proprio tentativo di suicidio.
Mario Draghi e Angela Merkel, intanto, come descritto nel nostro nuovo precedente articolo, inneggiano al rigore nei bilanci e a obiettivi ancor più coraggiosi in materia di riforme strutturali.
“Approccio paneuropeo alla supervisione bancaria, all’assicurazione dei depositi e alla gestione delle crisi”, meccanismo di finanziamento centralizzato, solidarietà fiscale, distribuzione del rischio fra tutti i Paesi membri dell’unione e schema di ammortamento del debito comune, è quanto invece richiesto a gran voce dal Fondo Europeo.
Le misure di emergenza per le banche e il Fondo Europeo
Come poc’anzi accennato, alcune misure di emergenza per le banche provengono da Fondo Europeo, che auspica una sorta di “governo federale” per la gestione e l’amministrazione delle banche, basato principalmente sulla condivisione del rischio, supervisione comune e un unico fondo di garanzia per i depositi.