Uscita dall’euro dell’Italia: Berlusconi non ha dubbi. “Meglio per l’Italia uscire dall’euro” invece di seguire le idee di uno stato forte come la Germania, che di fatto impedisce all’Italia di abbassare lo spread, nonostante le riforme varate dal Governo negli ultimi mesi. L’uscita dall’euro dell’Italia non è stata presa in considerazione nemmeno da uno stato come la Grecia, proprio per le implicazioni che ci sarebbero per l’ Economia e per i tassi di interesse applicati sul debito di questo stato, figuriamoci in Italia, dove il debito è il 120% del PIL!
Cosa comporterebbe l’uscita dall’euro dell’Italia?
Vediamo in Economia cosa significa per il nostro stato l’uscita dall’euro dell’Italia. Dato che il nostro stato è stato uno dei promotori dell’euro, significherebbe uscire dall’UE. Uscire dall’UE significa, in primis, perdere l’investimento europeo sulle nostre infrastrutture e sul nostro sviluppo (cioè l’investimento a fondo perduto 2007-2013 e l’impossibilità di ottenere altri finanziamenti da parte delle regioni e del Governo). E non è tutto: in Economia, tornare alla lira così svalutata, dopo l’uscita dall’euro dell’Italia significa non essere più in grado di pagare il nostro debito, nemmeno vendendo i titoli di stato (acquistati anche dalla BCE di Draghi, ricordiamolo). Una situazione, in Economia, che costringerebbe il Governo a non pagare gli stipendi ai dipendenti pubblici come prima fase. Se già in Mercato scommette nel fallimento dell’Italia, Berlusconi, con l’infelice espressione dell’uscita dall’euro dell’Italia dà la certezza matematica che non saremo in gradi di affrontare le prossime sfide che aspettano il nostro stato: niente di più sbagliato, considerando che siamo l’ottava potenza mondiale in fatto di produzione industriale. Un serio investimento di risorse umane nel nostro stato in politica (e non le solite facce) offrirebbe prospettive migliori ad uno stato come l’Italia, che lo merita più di altri.
Berlusconi e l’uscita dall’euro dell’Italia
Dietro l’uscita dall’euro dell’Italia da parte di Berlusconi, c’è una sottile provocazione riferita alla politica della UE in fatto di Economia: si è troppo legati al rigore finanziario per convincere il Mercato ad un investimento continuativo su di noi (quando o siamo in deficit o siamo in auge, il Mercato ci guadagna comunque), piuttosto che ad una politica seria di crescita.