Economia in Brasile 2013: il Paese è al centro di diversi investimenti dall’estero, soprattutto dagli USA e dalla Cina. Il motivo di questo interesse è che il Brasile è un Paese con una crescita elevatissima, che si è recentemente inserita in un Mercato internazionale con forti mire espansionistiche. C’è chi dice che l’economia in Brasile 2013 sia in declino, altri che ritengono che la crescita del PIL del Paese sia così veloce da essere inarrestabile. Vediamo se conviene investire dall’estero l’economia in Brasile 2013 o se è preferibile lasciar perdere per un po’ basandoci sulle scelte internazionali.
Economia in Brasile 2013 le previsioni
Le prime previsioni convincenti sull’economia in Brasile 2013 vengono dal Fondo Monetario Internazionale: il Fondo ha previsto che la Cina avrà il PIL ridotto dello 0,2% per il 2013. Secondo queste stime, la Cina smetterà di fare investimenti fidandosi dell’economia in Brasile 2013 per poter far fronte al calo della propria crescita. Se la Cina chiude in parte i rubinetti negli investimenti, in automatico si tirerà indietro anche gli USA (uno dei Paesi più dipendenti dalla Cina, sia per gli investimenti, sia nelle importazioni). Anche Morgan Stanley prospetta un ribasso nell’economia in Brasile 2013, a causa del calo delle esportazioni dall’estero. Fino a questo momento, infatti, il Brasile ha potuto contare sulla crisi argentina e sul calo dei consumi europei: ora, secondo Morgan Stanley, con la ripresa dell’Economia estera, l’economia in Brasile 2013 è destinata ad un calo (che porterebbe il Brasile al 2,8%). Le previsioni, quindi, non lasciano ben sperare, ma è anche vero che nessuno avrebbe scommesso un euro sulle industrie brasiliane prima della globalizzazione, quando oggi ci sono le sedi di diverse multinazionali.
Perché parlare dell’economia in Brasile 2013
Perché parlare dell’economia in Brasile 2013 visto che siamo in Italia? Molto semplice: l’Economia è una materia complessa e i vari Paesi si influenzano a vicenda. Se Cina e USA non investono, anche l’Europa e l’Italia avranno ripercussioni. Per non parlare di alcuni prodotti brasiliani di cui siamo forti importatori (come il caffè…).